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lavello cucina valcucine

Scegliere il lavello

LA SCELTA DEL LAVELLO

In questo articolo parliamo del lavello, un elemento molto importante nella cucina, e per questo da scegliere con cura seguendo le proprie preferenze, ma anche tenendo conto di come è realizzata la vostra cucina. Vediamo vantaggi e svantaggi dei vari materiali, valutando anche le modalità di manutenzione e pulizia oltre che le varianti disponibili.

Quante volte cucini? Di quanto spazio disponi? Quante persone vivono nella tua casa? Dettagli di questo tipo ci permettono di identificare il lavello più adatto.

 

TIPOLOGIE, FORME e  DIMENSIONI, MATERIALI

Cominciamo con una panoramica sulle tipologie di lavello.Con tipologie intendiamo la tipologia di incasso. Le tipologie di lavello più diffuse : sopratop, sottotop, filotop. Ci sono poi lavelli  da appoggio, monolitici, dove l’ altezza e il materiale sono messi in evidenza per finalità  estetiche . Quest’ultima resta comunque una soluzione meno diffusa. La scelta della tipologia è  legata al materiale del lavello e anche al materiale del piano cucina.  Non tutte le tipologie sono quindi possibili per tutti i materiali, ma questo aspetto verrà affrontato nella descrizione di ogni singolo materiale.

 

sopratop con gocciolatoio

lavello sopratop a semifilo  in una versione con due vasche e gocciolatoio

SOPRATOP  I vantaggi sono: grandissima scelta di modelli e materiali ( acciaio, materiale composito, ceramico ), l’ ampia scelta permette poi di scegliereanche il prezzo: i lavelli più economici sono i sopratop in acciaio monostampo. Ovviamente esistono anche lavelli sopratop molto costosi realizzati con acciaio, finiture e lavorazioni superiori. L’ economicità sta anche nel foro piano: fare un foro grezzo ha il minor costo. Altro vantaggio è quello di essere adatto a tutti i materiali con cui può essere fatto un piano cucina. Se parliamo di pinti deboli, dobbiamo dire che il sopratop è esteticamente meno elegante rispetto agli altri tipi e lo spessore del bordo rende la pulizia meno agevole. Bisogna dire però che questi due aspetti negativi sono minimizzati dai sempre più diffusi lavelli con bordo “semifilo”: il bordo è alto solo 1 mm e non 5 o 6 mm, e quindi lo ” scalino ” tra lavello e piano cucina è trascurabile.

 

sottotop

lavello sottotop ad una vasca

 

SOTTOTOP I vantaggi sono sicuramente  eleganza e facilità di pulizia: nessunna giuntura nel piano. La giuntura tra vasca e piano è infatti sottotop, molto più difficile che si fermi lo sporco qui o che avvengano infiltrazioni d’ acqua. Gli svantaggi  possono essere un maggiore costo, non tanto della vasca ma nella lavorazione del piano:  il foro per il lavello andrà sagomato, e i bordi  levigati e lucidati, vengono poi predisposti sotto dei fissaggi per la vasca e dovrà essere realizzato anche il foro per il miscelatore ed eventuale saltarello ( vedi foto ). Un altro svantaggio può essere il rischio di scheggiare lo spigolo: se il materiale utilizzato non ha una buona resistenza ( ad esempio piani in quarzo econoici ) e se lo spigolo è troppo poco arrotondato,ci sarà il rischio, se si urta con una grossa pentola o bistecchiera di rovinare lo spigolo. Questa tipologia non può essere installata in piani di qualsiasi materiale, nei piani in laminato o in vetro temprato si dovrà optare per un sopratop o filotop. Detto ciò, l’ampia favore risconrato da piani in agglomerato di quarzo, pietre sinterizzate e ceramici, fanno del lavello sottotop la scelta prediletta.

 

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una vasca filotop: il bordo del lavello è complanare al piano: nessuno spessore visibile

 

FILOTOP

Questa tipologia, apparsa nel mercato una ventina d’anni fa, ha l’indiscutibile vantaggio di creare perfetta planarità tra piano cucina e lavello, ma oggi è meno utilizzata per due motivi: la diffusionedella  soluzione sottotop e il fatto che i  lavelli   sopratop hanno ora un bordo sottile ( viene detto in questo caso non filotop ma semifilo top, ma il lavello utilizzato è spesso lo stesso ). In questo modo si risparmiano i costi di lavorazione del foro da sostenere per un filotop. Il filotop richiede infatti una lavorazione abbastanza costosa. Con la scelta del  filotop si considerano lavelli in acciaio.Sicuramente l’ effetto estetico è molto elegante e pulito: un’ ottima scelta per chi ama la cura dei dettagli. Questa tipologia può essere utilizzata anche in piani in vetro e  laminato dove il sottotop non è possibile.

 

Esistono lavelli di varie forme: a vasca singola, vasca doppia , con o senza gocciolatoio. Esistono poi vasche rotonde e lavelli ad angolo decisamente meno utilizzati. La forma è dettata dalle esigenze e dagli spazi. La base lavello se larga 60 cm limiterà  la scelta a lavelli a  vasca singola o vasca e gocciolatoio . Con 90 cm invece lo spazio consente anche la scelta di un due vasche.

Le dimensioni del lavello sono dettate dallo spazio disponibile e dalle singole esigenze e abitudini. La vasca singola può avere varie dimensioni, così come le vasche doppie: le vasche doppie possono avere dimensioni tra loro uguali o diverse. Il gocciolatoio può essere utile se il piano non resiste bene ad acqua e calore, come i piani in laminato. Questa tipologia è però meno utilizzata rispetto a un tempo.

 

Franke semifilo

vasca unica nella tipologia sopratop semifilo

 

Franke Acquario

vasca unica ma molto grande: anche 75 cm di larghezza

 

lavello con gocciolatoio

vasca e gocciolatoio: alcuni modelli possono essere accesoriati con taglieri

 

sottotop a due vasche

un lavello sottotop a due vasche di diverse dimensioni

LAVELLI IN ACCIAIO
PRO:
Il lavello in acciaio è la tipologia in assoluto più diffusa in cucina. Questo perché l’acciaio è il materiale più longevo, duraturo e igienico in circolazione, è molto luminoso, resistente (anche al calore) e si adatta a tutti i tipi di cucina.
CONTRO:
Difetto costituzionale dell’acciaio è che è molto soggetto ai graffi, si macchia facilmente e si può ossidare.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia ordinaria dell’acciaio è consigliabile l’aceto bianco per le macchie meno ostinate e il succo di limone per mandare via gli odori. Per la pulizia straordinaria è consigliabile invece l’utilizzo di prodotti specifici. Da evitare l’uso di spugnette abrasive o prodotti chimici aggressivi e/o contenenti candeggina, nonché l’utilizzo di detersivi in polvere.
VARIANTI:
I lavelli in acciaio possono avere una finitura lucida, satinata o antigraffio. Con l’acciaio sono possibili inoltre tutte le tipologie di incasso, ovvero sopratop, filotop, sottotop. E’ possibile reperirli con forme diverse e cioè con vasche tonde o squadrate, monovasca o con doppia vasca (più gocciolatoio) oppure completamente integrato (con piano in acciaio).

LAVELLO IN MATERIALE COMPOSITO

PRO:
Più noto come Fragranite (anche se in realtà si tratta solo di una tipologia di lavello realizzato con miscele materiche composte), il materiale composito è anzitutto atossico ed ecosostenibile, in quanto prodotto attraverso lavorazioni innovative nel rispetto dell’ambiente e del consumatore. L’aspetto finale dei lavelli in materiale composito è simile a quello della pietra naturale, molto elegante, quindi meno freddo e “piatto” rispetto a quello dell’acciaio. E’ un materiale a superficie opaca, quindi altro pregio del materiale composito è che le macchie di calcare sono poco evidenti. La gamma di colori e finiture è molto ampia: rappresentano quindi un’ottima alternativa proprio alla finitura in acciaio.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per quanto riguarda la sua manutenzione, per le macchie più ostinate è consigliabile l’utilizzo di candeggina o alcool diluiti in un litro di acqua, mentre, per le macchie meno resistenti un’ottima soluzione è l’aceto bianco. Acqua tiepida, un panno morbido e detergenti sgrassanti non aggressivi (anche insieme al bicarbonato per aumentarne l’igienicità) per la manutenzione ordinaria. Assolutamente da evitare l’utilizzo di spugnette abrasive, pagliette metalliche o il contatto per troppo tempo con residui di cibo.
CONTRO:
Il materiale composito, se troppo poroso, assorbe con più facilità liquidi dannosi per l’integrità estetica del lavello e possono rompersi o scheggiarsi in diversi punti e macchiarsi se a contatto con pentolame e tegami.
VARIANTI:
Il materiale composito può essere una miscela di quarzi, quarzi e graniti oppure di particelle metalliscenti insieme a cristalli di quarzo e granito. L’assortimento cromatico di questo tipo di lavelli è ampissimo, con una variazione di forme e dimensioni a seconda dello stile della cucina. La tipologia di incasso più comune per i lavelli in materiale composito è il sopratop, più raramente sottotop.

lavello in fragranite

 

 

LAVELLI IN QUARZO O PIETRA SINTERIZZATA

PRO:
Il vero grande pregio è avere il lavello realizzato con lo stesso materiale del piano e quindi una continuità estetica . A questo aspetto va aggiunta l’ alta resistenza di questi materiali ad urti accidentali nell’utilizzo quotidiano e la possibilità di avere un lavello su misura, in quanto viene costruito partendo dalle stesse lastre di materiale usate per il piano
CONTRO:
Questa tipologia di lavello ha un costo davvero elevato soprattutto quanto viene costruito, gli spigoli vivi e non arrotondati ne rendono difficoltosa la pulizia. Queste problematiche sono ovviate da lavabi già costruiti nelle colorazioni più diffuse; in questo caso il lavello non dovrà essere costruito dal marmista.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia si usano i prodotti indicati per il materiale del piano: quarzi e pietre sinterizzate sono piuttosto facili da pulire con i comuni prodotti. Acqua tiepida, un panno morbido e detergenti sgrassanti non aggressivi (anche insieme al bicarbonato per aumentarne l’igienicità) per la manutenzione ordinaria. Assolutamente da evitare l’utilizzo di spugnette abrasive, pagliette metalliche.
VARIANTI:
Come già detto, sono possibili diverse forme e dimensioni in quanto il lavello viene costruito appositamente. Esistono comunque vasche di dimensioni standard pronte per essere integrate con il piano.

LAVELLO SILESTONE INTEGRITY

 

lavello silestone costruito

immagine sopra:le vasche possono essere costruite su misura con il materiale del piano

 

immagine a sinistra: Silestone integrity: le vasche sono realizzate con lo stesso materiale del piano: il vantaggio di questa soluzione è avere delle vasche raggiate più facili da pulire

 

 

 

lavello corian

 

 

LAVELLI IN CORIAN

PRO:
La scelta di un piano in Corian ci permette di realizzare il lavello con lo stesso materiale di finitura. Questo garantisce al design della cucina un notevole impatto estetico, pulito e minimale, adattissimo in cucine moderne di un certo valore. Altri pregi di possedere un lavello in Corian: grande facilità di pulizia e riparabilità nel caso si dovesse accidentalmente danneggiare.

CONTRO:
L’unico difetto del Corian è che è scarsamente resistente alle alte temperature. Quindi attenzione a non poggiarsi sopra pentole o tegami particolarmente incandescenti.
MODALITA’ DI PULZIA:
Per la pulizia del Corian, basta utilizzare un panno umido in microfibra con un comune spray detergente per cucina. La sua manutenzione è quindi agevole: questo perché la sua superficie compatta e non porosa è durevole e facile da pulire con i più comuni prodotti per la pulizia domestica. Da evitare invece l’utilizzo di pagliette o spugnette abrasive, la caduta di corpi contundenti che possono causare scheggiatura, ed oggetti ad alto rilascio di calore, quali pentole, caffettiere o ferri sta stiro: a tale scopo, sarà meglio utilizzare un sottopentola o altro supporto resistente al calore.
VARIANTI:
Sono realizzabili in qualsiasi forma e dimensione e sono disponibili in un’ampissima gamma di colorazioni.

 

LAVELLI IN LAMINATO STRATIFICATO (HPL O FENIX )

PRO:
Così come per quello in Corian, il lavello in laminato stratificato presenta un’interessante effetto estetico, dato dalla continuità materica dello stesso con il piano di lavoro.
CONTRO:
Non vi sono particolari controindicazioni nell’acquisto di questi tipi di lavello, vi saranno però maggiori difficoltà nella gestione degli angoli squadrati dello stesso.

MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia del lavello in laminato stratificato, basta semplicemente un panno morbido e un detersivo neutro. Successivamente, al termine delle operazioni, bisognerà avere cura di asciugarlo con un panno asciutto assicurandosi che non rimangano residui di detergente. Per le macchie di calcare è invece possibile utilizzare acqua tiepida e aceto bianco. Da evitare nella manutenzione quotidiana dei lavelli in laminato, l’utilizzo di prodotti abrasivi o pagliette che possono danneggiare la superficie, così come prodotti contenenti solventi o paste abrasive, candeggianti, prodotti chimici aggressivi

 

 

 

HPL

(contenenti cloro, acetone, alcool o ammoniaca). Per evitare bruciature o macchie di calore, sarà meglio evitare di appoggiare pentole e tegami caldi all’interno della/e vasca/vasche.                     VARIANTI:                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              I lavelli in laminato stratificato sono realizzabili in qualsiasi grandezza ma solo con vasche di forma squadrata. Con questo tipo di lavelli annoverano un’ampissima gamma di colorazioni disponibili, caratteristica tipica di piani in laminato.

 

 

 

 

 

lavello ceramica duravit

 

 

LAVELLI IN CERAMICA

PRO:
I lavelli in ceramica hanno moltissimi pregi: anzitutto sono facilissimi da pulire, sono molto resistenti alle alte temperature e presentano una sorprendente capacità di resistenza ai graffi e agli urti nel normale utilizzo quotidiano. Sono inoltre altamente igienici e resistenti a qualsiasi detergente.
CONTRO:
I lavelli in ceramica, viceversa, non sono molto economici, anzi, presentano costi davvero sopra la media. Inoltre, impatti di una certa rilevanza con corpi solidi potrebbero rompere o scheggiare il lavello.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia dei lavelli in ceramica non vi sono particolari accorgimenti, in quanto si tratta di un materiale privo di porosità e sensibilità all’attacco di agenti chimici o aggressivi.
VARIANTI:
I lavelli in ceramica sono disponibili in tutte le misure e grandezze, differenti colorazioni e le stesse tipologie di incasso dei lavelli in acciaio.

 

 

LAVELLI IN PIETRA E SIMILI

PRO:
Il vero grande pregio dei lavelli in pietra è l’impatto estetico davvero unico unito ad una grande resistenza ad urti accidentali nell’utilizzo quotidiano.
CONTRO:
Viceversa, questa tipologia di lavello presenta diversi “difetti”: anzitutto un costo davvero elevato, un peso eccessivo, che rende più difficoltosa la sua installazione sul piano, grande porosità e per questo, una certa difficoltà nella sua manutenzione.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Spugnetta morbida e pochissimo detergente neutro, con abbondante risciacquo di acqua. Nella pulizia di un lavello in pietra naturale è assolutamente da evitare l’uso di anticalcare, prodotti abrasivi come la candeggina e il contatto con sostanze di natura acida, tra le quali il limone e la Coca Cola. Ottimo anche il bicarbonato, specie se la superficie è molto sporca.

 

 

 

 

lavello in pietra lavica

VARIANTI:
Con le pietre naturali sono possibili diverse forme e dimensioni, riprendendo il concetto dei classici lavelli in acciaio, ed è possibile avere anche i monoblocchi scavati. Interessante peculiarità dei lavelli in pietra è che possono essere decorati a piacimento, anche per riprendere lo stile della cucina. Sono realizzabili con tutte le pietra esistenti.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

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La cappa che sanifica l’ aria

TIPI DI CAPPE PER CUCINA: LA CAPPA CHE SANIFICA L’ARIA

Nella scelta della cappa, ci sono diverse tipologie la cui scelta è dettata dalla posizione del piano cottura nella cucina: cappe a parete se il piano cottura è in una posizione tale da avere una parete sul retro, a soffitto, o da piano , addottate invece nel caso di piano cottura posizionato su isola o penisola.
Queste tre categorie permettono a loro volta una scelta tra differenti soluzioni, da scegliere non solo sulla base di valutazioni estetiche, ma anche funzionali e caratteristiche dell’ ambiente che stiamo arredando ( ad esempio la posizione del tubo per l’ espulsione dei vapori all’ esterno, o la mancanza di questo ). Neanche a dirlo tra moltissimi modelli delle molte aziende produttrici la scelta non manca…
Affronteremo in altri post le singole tipologie di cappa aspirante,
oggi parliamo di un particolare tipo di cappa che si è affacciato sul mercato negli ultimi anni e oltre ad aspirare i vapori di cottura ha un’altra importante funzione: sanificare l’aria.

Falmec , azienda produttrice di cappe, ha brevettato E.ION system , una tecnologia che oltre ad aspirare e filtrare i vapori di cottura, e ridurre anche fino al 95 % gli odori sgradevoli , sanifica l’ aria, il tutto senza bisogno di tubazioni per lo scarico esterno di fumi e vapori.

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Vediamo come funziona:

Grazie alla ionizzazione bipolare controllata, le cappe E.ion® System rilasciano all’interno della cucina degli ioni simili a quelli presenti nell’atmosfera. Gli ioni dell’atmosfera sono prodotti da fenomeni naturali come fulmini, cascate, onde marine ed hanno inoltre un effetto positivo sull’equilibrio psicofisico, determinando un miglioramento dell’umore e della concentrazione, basti pensare alla sensazione che si prova quando si respira l’ aria in un bosco, o in un altro ambiente naturale lontano da fonti inquinanti…

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La vita moderna ha modificato le condizioni naturali dell’aria e spesso, nell’ambiente in cui respira, l’uomo si trova di fronte a condizioni di squilibrio delle cariche elettriche presenti nell’aria in cui prevalgono ioni di carica positiva che generano disagi fisiologici. Inoltre il numero degli ioni atmosferici con carica negativa (che facilitano il benessere ambientale), viene forzatamente abbassato dal riscaldamento centralizzato, dal condizionamento dell’aria, dal fumo, dall’elettricità statica generata dai campi elettrici. Sia nell’ambiente di lavoro che nelle abitazioni, quindi, gran parte delle persone respirano aria impoverita di ioni.

La tecnologia E.ion® System applica un campo elettrico bipolare al flusso d’aria per ottenere lo stesso risultato. In questo modo vengono neutralizzati sia i cattivi odori che gli agenti irritanti o inquinanti come batteri, virus, acari, pollini, spore, polveri, fumi nocivi o gas di scarico.
La ionizzazione bipolare controllata non comporta diffusione di ozono nell’ambiente domestico e può essere utilizzata per purificare e sanificare l’ambiente.

L’efficienza delle cappe E.ion® System è ulteriormente perfezionata dal filtro combinato Carbon.Zeo che utilizza materiali di origine naturale, quali la zeolite ed il carbone attivo.

La zeolite è un minerale con un’alta capacità di assorbire i composti organici e il vapore acqueo. Questa proprietà deriva direttamente dalla microporosità della sua struttura cristallina.Inoltre la zeolite, grazie alle sue caratteristiche chimiche, rilascia calore a contatto con l’umidità, riducendola. L’utilizzo della zeolite è quindi molto importante sia per ridurre gli odori che per assorbire il vapore acqueo derivante dalla cottura in cucina.
I carboni attivi sono dei materiali contenenti principalmente carbonio sotto forma di microcristalli di grafite, trattati in modo da ottenere una struttura porosa con una vasta area superficiale interna). Grazie a queste caratteristiche, il filtro riesce a trattenere molti tipi di sostanze, attraendone le molecole e assorbendole al loro interno e trattenendo gli odori con la massima efficacia.

Il filtro combinato Carbon.Zeo ha una durata molto elevata: indicativamente 3 anni con un utilizzo normale della cappa. Dopo 18 mesi si consiglia inoltre di rigenerarlo ponendolo in forno a 200° C per due ore.

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Libertà di installazione e risparmio energetico.
Le cappe E.ion® System non hanno bisogno di tubazioni per lo scarico esterno dei fumi e degli odori. Perciò possono essere installate dovunque, senza lavori di muratura, con un migliore impatto estetico e con la massima versatilità di collocazione della zona cottura all’interno della cucina. Inoltre, non essendoci tubazioni verso l’esterno, non si disperdono né il calore del riscaldamento invernale, né l’aria fresca della climatizzazione estiva, evitando sprechi energetici e mantenendo sempre un comfort termico ottimale nell’ambiente.

 

 

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Per monitorare la qualità dell’ aria domestica, un apposito sensore a forma di foglia, presente nelle cappe E.ion® System, rileva la presenza di composti organici volatili (VOC), gas odorosi, formaldeide, fumo di sigaretta e tutti gli agenti inquinanti che sono presenti nell’aria. Queste informazioni sono tradotte nella colorazione della foglia che gradualmente da gialla diventa verde, quando migliorano le condizioni ambientali e grazie alla funzione automatica, qualora il sensore rilevi un peggioramento della qualità dell’ambiente domestico, la cappa si attiva da sola, purificando e sanificando l’aria.

 

IL NOSTRO CONSIGLO

Se nel vostro ambiente cucina è problematico o addirittura impossibile collegare la cappa aspirante ad una tubazione questa tipologia di cappa filtrante ( cioè che filtra ma non scarica all’esterno l’aria aspirata, come fanno invece le cappe dette aspiranti ) è sicuramente molto efficiente e non avere una tubazione di scarico non è più un limite, anzi, diventa un vantaggio, non solo per la funzione importante di purificazione dell’ aria, ma anche dal punto di vista estetico: liberando la cappa dal tubo, la forma e l’ indipendenza ne fanno un oggetto più simile ad un lampadario che ad un elettrodomestico. Dal punto di vista compositivo poi il contrasto tra le forme squadrate, che per forza di cose, caratterizzano la cucina , e una forma tondeggiante e morbide, crea un piacevole equilibrio dal punto di vista visivo. Insomma, la cappa diventa anche un bell ‘ oggetto.

 

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un altro modello a sospensione

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E.ion system anche nella cappa per pensile

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E.ion system anche per modelli ad ampia copertura

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

 

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Cucina: I pensili a giorno

 

 

In questo articolo vediamo come valorizzare il progetto di una cucina attraverso l’ utilizzo di elementi a giorno, ovvero pensili aperti, mensole, e altre soluzioni.
A volte però può essere utile lasciare dello spazio per fini compositivi o per valorizzare degli elementi speciali, o ancora, utilizzare degli elementi a giorno.
In questo articolo, vi voglio far vedere alcune soluzioni interessanti pescando dal catalogo Scavolini per ottenere attraverso questi elementi, interessanti risultati.

 

ELEMENTI A GIORNO

Nel progetto di una cucina viene spesso considerata la capienza un fattore importante, e a ragione: non sempre gli spazi da dedicare alla cucina sono generosi, e le cose da riporre sono sempre molte. Se gli spazi a disposizione non ci consentono per esempio di ipotizzare una cucina con molte colonne e senza pensili, o con giochi di volumi,  ma dobbiamo sfruttare al meglio ogni singolo centimetro,  possiamo rendere personale la nostra cucina e allo stesso tempo alleggerire esteticamente dei volumi compatti con l’ utilizzo di elementi a giorno.
Gli elementi a giorno sono meno funzionali dei normali pensili per certi aspetti, in quanto essendo aperti espongono gli oggetti a luce e polvere, ma sono un’ ottimo mezzo per caratterizzare e dare personalità al progetto della nostra cucina senza dover sacrificare spazio, anzi utilizzarlo per libri o altri oggetti esteticamente piacevoli. Esistono diversi tipi di elementi a giorno e il loro essere diversi consente l’ uso di altri materiali in maniera più disinvolta e caratterizzante.

 

Nella seguente selezione di immagini tratte dal vastissimo catalogo Scavolini, vediamo diverse tipologie di elementi a giorno e come il loro utilizzo contribuisca a caratterizzare in modo diverso una cucina.

 

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In queste due cucine l’insieme dei pensili hanno un forte sviluppo orrizzontale: gli elementi a giorno  creano un certo interesse visivo. Viene mantenuta però la componente fortemente orrizzontale, gli elementi a giorno infatti non interferiscono sulla lettura orrizzontale d’ insieme, anzi la rafforzano, e allo stesso tempo la rendono più interessante.

 

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In questo caso i volumi  traslati creano un senso di movimento: l’ occhio si sposta da un volume all’ altro. Gli elementi a giorno contribuiscono a questo effetto caratterizzando i due blocchi di pensili.

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In questa composizione la scelta di una lunga linea di pensili a giorno dall’ altezza ridotta, accentuano al massimo lo sviluppo orizzontale della cucina ma evitano un effetto statico grazie al posizionamento traslato dei pensili rispetto alle basi

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Un effetto interessante non dato tanto dal movimento ma dall’ utilizzo di diversi colori per gli elementi a giorno

 

 

Con pensili alti si può scegliere di creare vari disegni in quanto l’ altezza ci permette di usare la modularità dei pensili anche verticalmente. Vediamo alcuni esempi

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In questo caso si ottengono contemporaneamente diversi effetti: gli elementi a giorno fanno da cornice ad un pensile creando un centro che attiri l’ attenzione. A differenza degli altri pensili, lo  sviluppo  orizzontale, permette un cambio nel senso di lettura.Se non ci fossero elementi a giorno la cucina risulterebbe decisamente monotona…

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In questa cucina è stato dedicato molto spazio agli elementi a giorno: la leggerezza dei vani aperti  equilibria  il peso visivo dei pensili scuri. Se in un ambiente poi, scarseggiano le pareti per librerie, questa è un’ ottima soluzione: i pensili chiusi sono proporzionati alla dimensione della cucina, ma la superficie della parete viene utilizzata fino al soffitto.

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In questo caso è stato scelto di enfatizzare la verticalità dei pensili, con un elemento a giorno in metallo stretto e a tutta altezza

 

 

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Elementi a giorno verticali e orrizzontali definiscono con più vigore la scelta di usare due colori per le ante dei pensili

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Una composizione decisamente libera e dinamica: sono molti i motivi di interesse: diverse dimensioni, diversi colori, posizionamento che crea un perimetro irregolare e crea un piacevole senso di incompiutezza, giocosità e  dinamismo

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Un’altra composizione con utilizzo piuttosto disinvolto degli elementi a giorno. I colori solari e caldi sono esaltati dal grigio antracite e danno gioia alla composizione

 

 

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In alternativa ai pensili a giorno c’è un sistema molto interessante: si tratta di elementi componibili in alluminio anodizzato che permettono di atrezzare lo schienale e allo stesso tempo si integrano con i pensili creando un legame tra piano lavoro e parte alta. La profondità ridotta di questo sistema lo rende versatile: può essere composto da ripiani, porta calici, oltre che essere completato da numerosi accessori.

 

 

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Una boiserie è un sistema di pannellature intervallate da profili che consente la massima libertà: la parete può essere riconfigurata con vari accessori in base alle esigenze

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Mensole molto sottili creano un estetica di  leggerezza ed eleganza inegualiabili

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Le mensole possono anche essere spesse in legno, nobilitato, o in finitura laccato.

 

 

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Se scegliamo una cucina dallo stile industriale, utilizzare elementi a giorno composti da strutture metalliche che sono slegate dalle dimensioni di pensili e moduli cucina, è una scelta stilistica che contribuisce a rafforzare un’ estetica più casual e libera.

 

In ogni progetto di cucina c’è modo di dare personalità e respiro attraverso l’ uso di elementi a giorno. L’ampia scelta di tipologia, dimensione, materiale e colore, come abbiamo visto in questi esempi, permette di integrare questi elementi con una certa facilità, indipendentemente dal modello, dalla configurazione e dai materiali scelti per la vostra cucina.

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : marco@dinalemario.com  elisa@dinalemario.com

 

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La cabina armadio

In questo articolo parliamo di cabine armadio.

La stanza dedicata al guardaroba è una soluzione che piace molto, e a ragione per diversi motivi: una volta entrati si ha tutto sott’occhio senza dovere aprire le ante, non si hanno i fianchi strutturali dell’ armadio che occludono la vista tra gli scomparti, riporre gli abiti stirati è più veloce, ed è anche un luogo dove cambiarsi indisturbati e senza disturbare magari un partner che ancora dorme, la stanza da letto poi rimane più spaziosa e permette più libertà nel posizionamento del letto.

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LO SPAZIO NECESSARIO

Creare uno stanza dedicata al guardaroba, spesso non è possibile per questioni di spazio: per quanto piccola si tratta pur sempre una stanza in più. Se si è ancora in fase progettuale è tutto più facile, ma anche con le pareti divisorie già costruite si possono studiare ottime soluzioni. Con un po’ di attenzione  e qualche scelte mirata, è possibile trovare modo di creare una cabina armadio, ovviamente senza sacrificare gli altri spazi . Alcuni esempi: a volte un piccolo bagno non considerato essenziale può essere perfetto come cabina armadio. Una stanza con proporzioni inconsuete, tipo dalla pianta allungata, o ancora, una nicchia profonda ma non abbastanza larga, si rivelano uno spazio ideale per la cabina armadio.

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Un armadio di medie dimensioni richiede uno spazio poco profondo ( 60 cm ) ma una parete ininterrotta di almeno 3 metri lineari. Una cabina armadio può invece assumere varie forme: lineare, ad angolo, a C e può essere organizzata anche con elementi di profondità diverse: ad esempio un lato della cabina armadio potrebbe avere una profondità di 45 cm dove riporre maglie o altri indumenti piegati, riservando la parte profonda 60 cm ai capi da appendere e a cassettiere più capienti.

 

 

 

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Cabina  ad angolo accessoriata anche con piani porta scarpe

 

 

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Gli elementi per cabina possono anche assolvere ad altre funzioni

 

 

 

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LE TIPOLOGIE:

Esistono diverse tipologie di cabine armadio: ci sono sistemi che vanno fissati a parete e lasciano la massima libertà visiva, sistemi autoportanti, simili ad armadi senza ante, e anche vie di mezzo dove la struttura autoportante ha fianchi dalla profondità ridotta rientranti rispetto alla profondità dei ripiani. Al posto dei fianchi ci può comunque essere una struttura metallica che favorisce leggerezza e visibilità tra i comparti
In ogni caso la profondità massima sarà un po’ inferiore ai 60 cm degli armadi, in quanto manca lo spessore delle ante e lo spazio dello schienale e del vuoto che si crea tra questo e la parete.

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Struttura a cremagliera e pannelli posteriore: nessun fianco o montante metallico. Richiede il fissaggio a parete

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Struttura autoportante: praticamente un armadio senza ante

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Struttura autoportante con fianchi a profondità ridotta.

 

 

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La struttura portante è un tubo metallico: maggiore leggerezza, visibilità ed eleganza

 

Qualunque sia la tipologia, serve una stanza non dovrà essere illuminata dalla luce naturale per non alterare con il tempo i colori degli indumenti. Ovviamente può esserci una finestra, ma si deve aver l’accortezza di schermare la luce solare con dei tendaggi.
Se si ha lo spazio, spesso il dover costruire la parete divisoria in muratura o cartongesso per delimitare questa stanza è un costo che si preferirebbe evitare, e che fa propendere per un armadio normale.

C’ è però una tipologia di una cabina armadio che fonde tutte le caratteristiche della cabina armadio,
ma non richiede alcuna stanza, in quanto è a tutti gli effetti una stanza autoportante: si chiama camerino di Caccaro ed è una soluzione unica che vale la pena considerare.

Per capire meglio i vantaggi di questo innovativo prodotto guarda il video : https://http://www.youtube.com/watch?v=Few0QXNDvaI

 

 

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Camerino DB di Caccaro

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Camerino DB con ante in vetro

 

Il camerino DB di Caccaro non solo può essere configurato in diverse larghezze e profondità, ma può essere integrato con altre soluzioni, quali pareti atrezzate, cabina armadio a vista, armadio. Camerino DB di Caccaro fa parte di un vastissimo programma che rende compatibili tra loro varie tipologie di arredo, dando la possibilità di ” fondere ” varie tipologie di arredi dalle funzionalità e dalle profondità diverse. Qui sotto un paio di esempi.

 

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Armadio e camerino: un esempio di come si può sfruttare un cambio di profondità con un ottimo effetto estetico

 

 

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Il piano cottura ad induzione

COME FUNZIONA

L’induzione non è una tecnologia nuova, in paesi come Francia, Spagna e nord Europa è utilizzata da oltre 20 anni, in Italia ha iniziato ad essere valutata solo negli ultimi anni,  a causa degli elevati costi della corrente elettrica, oltre che ad una tradizione culinaria che predilige l’ uso della fiamma.
Ma vediamo cos’è l’induzione e come funziona. L’induzione è un fenomeno di natura elettrica e magnetica, sotto alla superficie in vetroceramica
ci sono delle bobine con filamenti di rame che , attraversate dalla corrente , sviluppano correnti indotte che vanno a scaldare direttamente la pentola, non la superficie del piano, effettuando così la cottura.

 

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L’interno di un piano ad induzione

 

CONSUMI

Molto spesso ci viene chiesto se un contatore da 3 kW è sufficiente per utilizzare un piano ad induzione: 2 kW sono sufficienti per cucinare una cena su quattro diverse zone di cottura.Molti piani ad induzione consentono di impostare  un limite massimo di potenza da non superare, limite che può comunque essere sempre modificato. Certamente avere più Kw permette maggiore libertà nell’utilizzo in contemporanea di altri elettrodomestici.

Il nostro consiglio è quindi di valutare  un contatore superiore ai 3 kW, in quanto in base ai vostri consumi annui, potrebbe essere comunque più conveniente passare ad una taglia maggiore.      Per aproffondire questo aspetto, vi consigliamo di visitare il sito dell’ autorità per l’ energia ( www. autorita.energia.it ) nel quale lo stato rende note tutte le direttive in materia.

 

 

 

 

 

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Se si hanno i pannelli fotovoltaici installati sul tetto, o si prevede la loro installazione, sicuramente la scelta del piano ad induzione è ancora più conveniente. Parlando di energia è utile e doveroso  paragonare l’induzione con il gas: dal punto di vista puramente economico i due sistemi sono sostanzialmente alla pari: se da un lato la corrente elettrica resta meno conveniente del gas ( in termini di costo per W ), d’altro canto i piani ad induzione sfruttano al meglio l’ energia: con l’ induzione viene utilizzato il 90 % dell’ energia assorbita, il piano a gas solo il 55% ( pensiamo allo spazio tra pentola e bruciatore e al calore disperso dalla fiamma…) L’ induzione è quindi il sistema più efficiente.

 

 

PENTOLE

Veniamo alle pentole: è vero che alcune pentole non possono essere utilizzate sul piano ad induzione, materiali come terracotta, alluminio o vecchie pentole in acciaio con fondo non ferroso non sono adatte. Da molti anni però le pentole in acciaio sono pensate per funzionare anche sui piani ad induzione. Per verificare, basta provare con una calamita: se aderisce al fondo la pentola è adatta. Esistono comunque in commercio degli adattatori che trasmettono il calore alla pentola non adatta all’induzione: è però un piallativo che diminuisce leggermente l’efficienza rispetto ad un riscaldamento diretto ed è consigliato, una volta raffreddato, rimuoverlo sempre  e pulire il piano.


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FUNZIONALITA’

Parliamo ora della funzionalità dell’ induzione:
La regolazione della potenza è molto più precisa grazie ai molti livelli di cottura. Il calore è solo sulla pentola e reagisce in modo preciso ed immediato ai comandi: trovata la corretta potenza, si ottiene sempre lo stesso risultato di cottura, con il gas c’è invece meno precisione nella regolazione, anche se alcuni produttori hanno migliorato in questo senso anche la regolazione dei piani a gas: non più una manopola che seleziona una potenza tra un minimo e un massimo ma un selettore a scatti, che come nell’induzione permette una selezione precisa della fiamma.

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I comandi nell’induzione sono solitamente touch

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Un piano a gas Neff con selettore flame select: la fiamma è tarata con accuratezza per ogni livello

 

 

La superficie in vetroceramica è sicuramente più agevole da pulire e l’ assenza di griglie e bruciatori rende la pulizia molto più veloce rispetto a quella di un normale piano a gas. I piani rimangono freddi anche durante la cottura, non comporta i rischi correlati all’ utilizzo del gas sono quindi più sicuri per chi li utilizza oltre che per i bambini: anche accendendo il piano in modo accidentale, la mancanza di una pentola non produrrà nessun calore e dopo alcuni secondi il piano si spegnerà. E’ possibile inoltre bloccare l’ accensione per una ancora maggiore sicurezza.

 

 

 

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Le dimensioni delle pentole vengono riconosciute da dei sensori che attiveranno solo l’area corrispondente alla pentola, se il piano ha le cosiddette zone flex, o è addirittura tutto a zona flex , possono essere aggiunte più pentole all’interno di queste grandi zone, oppure spostate in fase di cottura per operare più comodamente, e i comandi si adatteranno agli spostamenti delle pentole, senza perdere le impostazioni…molto comodo per chi sfrutta il piano cottura cuocendo più petianze contemporaneamente e vuole operare con la massima comodità.

I piani ad induzione possono anche avere l’ aspirazione integrata, o se non si vuole abbandonare del tutto la cottura su fiamma si possono combinare elementi ad induzione con elementi a gas, o altri elementi speciali come piastre d’acciaio per la cottura diretta o piani in vetro ceramica concavi per la cottura wok.

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Laminato o laccato?

LAMINATO O LACCATO ?

Una domanda che ci viene posta molto spesso riguarda la differenza tra laccato e laminato.
In questo articolo ci addentriamo nelle caratteristiche di due dei materiali più utilizzati in assoluto nell’arredamento. Vediamo attraverso un confronto quali i pregi e difetti e il loro migliore impiego.

IL LAMINATO

Il laminato è in sostanza un materiale ottenuto pressando diversi strati di carta impregnata con resine fenoliche o melaminiche che viene applicato sulle due facce di un pannello solitamente di truciolare, o, più raramente di multistrato o MDF. ( Vedremo in un post dedicato i vari tipi di pannelli e le differenze tra vari tipi di truciolare, visto che quest’ultimo è il materiale più utilizzato nell’ arredamento…)Spesso si crea un po’ di confusione parlando di laminato perchè si sente parlare anche di “nobilitato” o “melaminico”, allora chiariamo subito la sottile differenza :


Nel laminato a ricoprire il pannello c’è una lamina di uno spessore che si aggira attorno a 1 millimetro ( immaginate un cartoncino rigido ) in quanto la carta melaminica è accoppiata ad un retro composto da uno o più strati di carta fenolica chiamato kraft. Il kraft ha un colore marroncino con virate in base alle richieste dal nero al crema tipici della carta grezza; esistono tuttavia laminati con kraft omogeneo in tinta con la superficie ed anche kraft realizzati con strati di colori differenti; vengono inoltre prodotti laminati formati da un kraft accoppiato a fogli di metallo, fogli di materiale magnetico (per la realizzazione di lavagne magnetiche) per citarne solo alcuni. Lo spessore varia da 0,7 mm a 1,2 a volte 2 mm, dipende da produttore e dalla tipologia dei materiali accoppiati. Il laminato, viene chiamato anche laminato plastico ed è conosciuto anche come Formica, nome di uno dei principali produttori di questo materiale.

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“fogli” di laminato finitura legno

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assortimento di vari colori

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laminato bianco applicato al multistrato

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laminato effetto metallo corten

 

Nel nobilitato la superficie decorativa, quella che ricopre il pannello grezzo è molto più sottile, parliamo di qualche decimo di millimetro ( immaginate un foglio di carta ), c’è quindi solo la carta melaminica a a “nobilitare” il pannello grezzo ( ma comunque molto liscio ed uniforme, altrimenti l’esiguo spessore riporterebbe le asperità del pannello). Questi pannelli sono quelli più diffusi, usati per la stragrande maggioranza dei mobili, soprattutto per le strutture di cucine, armadi e altri mobili. Il nobilitato è disponibile in tantissime finiture ma è venduto già accoppiato a pannelli di truciolare: lo spessore più diffuso del nobilitato è 18 mm e 25 mm, altri spessori meno utilizzati sono 8, 10, 30 mm.

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pannelli in truciolare nobilitato bianco da 8 , 18, 25 mm

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alcuni nobilitati materici bordati

 

 

Utilizzi: il laminato viene preferito, in alternativa al nobilitato, per ante di mobili di  qualità superiore e per piani di lavoro: in questi casi il laminato, per mezzo di una lavorazione industriale, può essere curvato e avvolgere la superficie: si parla di “laminati posformati“. Un altro utilizzo molto diffuso del laminato è per pavimenti. Il laminato è un materiale  versatile : viene venduto agli artigiani in “ fogli “ , si può quindi incollare a pannelli ,pezzi o elementi dello spessore desiderato, esiste poi la possibilità di avere moltissime finiture diverse e persino di fare stampare il laminato con disegni personalizzati, anche per pochissimi pezzi.

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per i piani cucina il laminato viene postformato: così non si hanno spigoli e il bordo applicato

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un pavimento in laminato

 

VANTAGGI E SVANTAGGI

Che si tratti di laminato o nobilitato il materiale ha il vantaggio di essere economico, facile da pulire, di usare materiale di riciclo ( il pannello in truciolare ) ed è sufficientemente resistente alle sollecitazioni e usura che un arredo può subire. Inoltre negli ultimi anni i laminati o nobilitati cosiddetti “materici” riproducono in maniera eccellente il legno, la pietra , il metallo non solo nelle tonalità ma anche nel rilievo irregolare della superficie. Lo sviluppo di carte sempre più realistiche nonchè le notevoli doti di durezza e resistenza al graffio ed ai solventi delle superfici, oltre alla facilità e velocità di lavorazione (le superfici sono “finite” cioè non occorre verniciatura), rendono questo prodotto molto apprezzato ed utilizzato nel mondo dell’arredamento.
Che si tratti di laminato o nobilitato si tratta di un “ foglio” applicato ad un pannello che andrà quindi sempre bordato nello spessore per coprire il pannello di truciolare. Un limite del nobilitato / laminato sarà l’ impossibilità di arrotondare gli spigoli ( limitato allo spessore del laminato e del bordo ) o di incavare il materiale. Questa giuntura tra lamina e bordo,sebbene quasi invisibile grazie a sistemi di bordatura avanzati, è un ponto debole se parliamo di umidità : il laminato è un materiale impermeabile superficialmente, ma non può creare un involucro ermetico in quanto da questa giuntura può filtrare acqua e gonfiare il truciolare all’interno rovinando irreparabilmente il materiale. Va quindi evitato l’utilizzo in situazioni di continua umidità, o dove si può fermare l’ acqua.

In quei casi è preferibile valutare altri materiali, o utilizzare dei laminati HPL cioè laminati non supportati da pannelli di truciolare, ma completamente composti in tutto il loro spessore ( fino a 20 mm ) dal materiale che compone il laminato, e quidi completamente insensibile all’ acqua.

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pannelli di HPL spessore 10 mm

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Un  HPL con  strato decorativo effetto ardesia

 

 

IL LACCATO

Il laccato è un tipo di verniciatura. Si parla di laccato per colori coprenti, che una volta spruzzati non fanno trasparire il pannello che viene trattato ( a differenza di altre verniciature dove si vuole vedere la venatura del legno con vari effetti…) Viene quindi applicato a spruzzo in modo uniforme e in più strati intervallati da carteggiatura, un “colore” coprente, che può avere ovviamente tonalità, grado di opacità e caratteristiche diverse. Sono da preferire laccature all’acqua di qualità in quanto più ecologiche di verniciature a solvente ma altrettanto resistenti.

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VANTAGGI E SVANTAGGI

Nel paragone con il laminato i vantaggi sono:nessuna giuntura tra superficie e bordo: il colore avvolge tutto il pannello ( certo, non per questo può essere immerso nell’ acqua…ma è comunque più difficile per acqua e umidità penetrare nel pannello),un effetto esteticamente più raffinato, la possibilità di scegliere tra tanti colori ( solitamente la proposta di colori laccati delle aziende produttrici di mobili è superiore alla proposta di finiture di laminato/ nobilitato ). Di contro il laccato costa di più del laminato.Il laccato, per quanto resistente può essere scalfito o strisciato con più facilità rispetto al laminato e bisogna stare più attenti nell’ utilizzo di prodotti per la pulizia delle superfici.

9805f64_p1150726 certe lavorazioni possibili solo con il laccato

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gola ricavata da un’anta finita poi con laccatura bianco lucido

 

 

I vantaggi sono comunque molti altri:

versatilità di utilizzo: il pannello può avere spigoli arrotondati o profilati a piacere, maniglie o altre lavorazioni incavate ( in quanto il colore viene dato in questi casi ad un pannello di MDF che è un materiale uniforme anche all’interno, che non necessita di essere bordato e che si presta quindi ad essere inciso, pantografato),l’ elemento da laccare può avere qualsiasi forma: non solo pannelli ma qualsiasi elemento di forma e dimensione,si può ricoprire con un altro colore quando si vuole, cambiando così l’ estetica di un mobile,e quindi, nel caso di pezzi rovinati si possono stuccare e riverniciare ( come per le auto in carrozzeria…) evitando di sostituire i pezzi. Negli arredi artigianali , o di industrie più impostate alle richieste della clientela, non ci sono limiti alla scelta cromatica: si può scegliere un colore tra le centinaia di una scala codificata come RAL e NCS, o ancora realizzare un colore a campione.Esistono anche verniciature che imitano in modo eccellente il metallo ossidato, il cemento e altri materiali….

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la scala NCS: quasi 2000 colori codificati

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cassetti con gola

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maniglia  ed  effetto telaio ottenuti da pannello in MDF, poi laccato

 

IL NOSTRO CONSIGLIO

Se prediligi la praticità, vuoi spendere meno ma senza comunque trascurare anche l’aspetto estetico, il laminato è decisamente il giusto materiale.

Se cerchi invece di distinguerti e acquistare cose di maggiore prestigio, che rendano la tua casa più personale ed unica, il laccato fa per te.

 

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Ergonomia in cucina

ERGONOMIA IN CUCINA

In questo articolo parliamo di ergonomia in cucina, ovvero delle distanze da considerare per permettere un giusto utilizzo degli arredi e degli spazi tra essi.
Quando si progetta una cucina, o qualsiasi altro ambiente della casa, l’ arredatore ha ben presente tutte le misure consigliate e le misure minime per poter muoversi agilmente negli spazi domestici.

La cucina è considerato il fulcro della casa, è un luogo che deve essere altamente funzionale oltre che piacevole. La cucina è l’ arredo che in una abitazione comporta la spesa più consistente, e che ha la più alta concentrazione di elettrodomestici, e quindi la progettazione della cucina merita una attenzione particolare, anche perché rimediare a degli errori non è facile, vista la complessità e unicità di ogni ambiente cucina.

 

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DISTANZE MINIME
A – Una distanza di 120cm fra il tavolo e la parete o qualsiasi altro elemento che determini un ostacolo, rappresenta la distanza minima richiesta per permettere una libera circolazione con andatura frontale, dietro una persona seduta. Può essere accettabile una distanza minima di 90 cm solo se si tratta di uno spazio non di passaggio. Bisogna infatti tener conto che una persona seduta occuperà dal bordo del tavolo uno spazio che varia dai 45 cm ai 60cm o più. Non si tratta di misure legate alla sola corporatura della persona o alle dimensioni di una specifica sedia, ma alle varie posture assunte nel corso di un pasto: molto spesso verso fine pasto, soprattutto nelle occasioni conviviali, si tenderà ad arretrare in una posizione più informale e arretrata, occupando quindi più spazio.
B – Per consentire ad una persona di lavorare ed eventualmente di aprire ante e cassetti dietro ad una persona seduta, è necessario prevedere una distanza minima di 135cm fra il bordo del tavolo ed il mobile. Se il mobile ha una profondità di 80cm, tale distanza va aumentata di 15cm.
C – Per stabilire le distanze utili fra i piani di lavoro e altri elementi posti davanti ad essi, è necessario tenere conto dello spazio da destinare ai movimenti delle persone e dell’ingombro determinato da elettrodomestici e basi con relativi cassetti e sportelli eventualmente aperti.
DDi fronte alla lavastoviglie va tenuto libero uno spazio di almeno un metro, per le operazioni di carico e scarico. Per consentire il passaggio di un’altra persona con andatura frontale durante queste operazioni, lo spazio libero va aumentato di altri 70cm se di fronte c’è una parete.

 

DISPOSIZIONE CUCINA
Il lavoro in cucina può essere molto faticoso, nonostante l’aiuto fornito da molti accessori e dagli elettrodomestici. Una buona organizzazione degli spazi può ridurre i percorsi “ad ostacoli” ed i movimenti innaturali e inutili. La disposizione delle varie zone della cucina, il rispetto delle distanze, l’organizzazione di percorsi razionali sono quindi i punti di partenza per fare del lavoro in cucina un’attività creativa e divertente. Una regola molto semplice è quella di unire la zona conservazione (dispensa, frigorifero), la zona lavaggio (lavello, lavastoviglie) e la zona cottura (piano cottura), per mezzo di triangoli di lavoro di piccole dimensioni. La somma dei tre lati che le uniscono non dovrebbe superare i 650cm. In una disposizione ottimale della cucina le tre zone devono essere intervallate da piani di lavoro.

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ALTEZZA DEL PIANO CUCINA
Lavorare in piedi davanti ad un piano troppo basso o troppo alto, obbliga ad assumere posizioni scorrette che, a lungo andare, possono avere gravi conseguenze per la nostra salute fisica. Visto il progressivo aumento della statura media dell’uomo, è opportuno che anche l’altezza dei piani della cucina vari in base alle esigenze dell’utilizzatore. In questo modo egli potrà lavorare più comodamente. È importante decidere a priori l’altezza del piano di lavoro, perché essa determina anche la posizione delle prese di corrente, la posizione dei pensili e l’altezza del foro della cappa.

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PROFONDITA’ DEL PIANO CUCINA

La tradizionale profondità delle basi di 60cm, si è evoluta verso misure superiori e più ergonomiche.
Un consiglio: quasi sempre raccomandiamo ai nostri clienti una profondità del piano di 65cm, che oltre ad aumentare la superficie del piano, permette di distanziare il piano cottura dallo schienale rendendo meno problematico l’uso dei fuochi collocati dietro, oltre a rendere più agevole la pulizia. Aumentando la profondità delle basi è anche possibile abbassare i pensili, che risultano così in una posizione più ergonomica.A ltro vantaggio è quello di ottenere un vuoto tra le basi e la parete di 5 cm che può tornare utile nel caso si debba spostare gli impianti idraulici esternamente senza dover ricorrere a lavori di muratura.

Le indicazioni e proposte che seguono, sono frutto di una costante ricerca portata avanti da Valcucine. E’ proprio partendo da un’ accurato studio ergonomico, affiancato alle migliori tecnologie e alla ricerca estetica, che Valcucine ha inventato nel corso degli anni soluzioni innovative e più funzionali rispetto a ciò che erano considerati gli standard. Molti produttori di cucine non propongono profondità di  80cm  e tanto meno elementi che citerò in seguito. E’ doveroso però conoscere quali siano le soluzioni possibili per poter valutare accuratamente l’ acquisto di una cucina.

A – Per la profondità tradizionale di 60cm, l’altezza dello schienale consigliata è 54cm, misura necessaria per permettere una sufficiente visibilità sul piano di lavoro. Il pensile però provoca un senso di chiusura e la sua posizione rende difficoltosa la visibilità e la prensione del contenuto.
B – Aumentando la profondità della base a 65cm, è possibile abbassare il pensile che risulta più facilmente visibile e raggiungibile. Si determina così un minore senso di chiusura e una migliore visibilità sul piano di lavoro. L’altezza dello schienale consigliata è 48cm.
C – La profondità 80cm, che abbina alla base da 60cm uno speciale canale attrezzato, permette una maggiore visibilità sul piano di lavoro. La distanza consigliata dei pensili dal piano è di 42cm. Il contenuto del pensile risulta completamente visibile e accessibile anche nei ripiani superiori.

 

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La profondità 80: Logica System di Valcucine – i vantaggi

 

 

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A– Con la tradizionale profondità 60cm, nonostante la maggiore altezza dello schienale, il pensile dà una sensazione di chiusura ed ostacola la visuale sul piano di lavoro durante la preparazione dei cibi.
B– La profondità 80cm offre la possibilità di lavorare in uno spazio più aperto, lontani da spigoli e pensili, eliminando il senso di costrizione, dando una maggiore libertà di movimento e migliorando la visuale sul piano di lavoro, che viene utilizzato per l’intera superficie.
C– Un pensile tradizionale è collocato normalmente ad un’altezza che impedisce una completa visuale degli oggetti posti sul ripiano superiore, rendendone poco agevole l’utilizzo, in particolar modo alle persone di bassa statura.
D– La profondità 80cm consente di allontanarsi dai pensili e di abbassarli, rendendoli più visibili ed accessibili, aumentando contemporaneamente lo spazio antistante.

E– I pensili con apertura delle ante di tipo tradizionale, costituiscono un ostacolo e provocano un senso di costrizione.Inoltre, poiché spesso l’anta rimane aperta, è molto probabile negli spostamenti procurarsi contusioni alla testa.
F– L’anta basculante può rimanere aperta durante tutte le fasi del lavoro e permette di muoversi lateralmente e di chinarsi senza pericolo di procurarsi contusioni.
G– Lo scolapiatti posizionato ad un’altezza tradizionale è scomodo: il movimento per riporre i piatti appena lavati è innaturale e faticoso, il gocciolamento lungo il braccio inevitabile.
Lo scolapiatti ancorato al pensile non è agevole da pulire.
H– La profondità 80 permette di inserire lo scolapiatti all’interno del canale, dietro al lavello. Si ha la possibilità di riporre i piatti evitando il faticoso sollevamento delle stoviglie e il gocciolamento lungo le braccia. Lo scolapiatti è collegato direttamente al sifone per lo scolo dell’acqua.

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I– Nelle cucine tradizionali la cappa è di solito troppo vicina al volto e impedisce di chinarsi sopra le pentole per verificare il procedere della cottura.
L -La cappa Libera di Valcucine, con la sua forma slanciata verso l’alto, libera la visuale e dà la possibilità di avvicinarsi più comodamente e in completa sicurezza alla zona fuochi per controllare l’andamento della cottura dei cibi.

 

Oltre alle dimensioni e al posizionamento degli elementi che la compongono, una cucina può considerarsi veramente funzionale se anche gli elementi che la formano sono comodi da utilizzare: un esempio su tutti  riguarda gli elementi estraibili: senza dubbio il lavoro in cucina è semplificato se si scelgono basi con cassetti e cestoni estraibili, piuttosto che basi con le tradizionali ante. Esistono poi molte soluzioni interessanti per sfruttare comodamente lo spazio nelle cucine ad angolo…ma di questo argomento parleremo in un altro articolo…

 

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Il forno pirolitico

IL FORNO PIROLITICO

La pulizia del forno ad incasso rientra in quell’elenco di attività – così come la pulizia del frigo – di manutenzione degli elettrodomestici della cucina, inevitabili e impegnative, soprattutto se usi molto spesso questo apparecchio e se è installato sotto il piano cottura. Se poi il tempo a disposizione è poco, la soluzione più efficace e meno dispendiosa è la pirolisi.
Avere un forno ben pulito è importante per ragioni igieniche, ma anche perché migliora le prestazioni: se le pareti di questo elettrodomestico sono perfettamente pulite, riflettono meglio il calore, prevenendo dispersioni energetiche e dunque riducendo i consumi. La pirolisi non è in realtà una tecnologia recente, in alcuni paesi europei è diffusa infatti da molti anni, ma in Italia sta prendendo piede solo ultimamente.

 

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Durante la cottura il forno può sporcarsi in modo importante

La pirolisi è un procedimento che consente ai forni di pulirsi da soli: il vano interno raggiunge in pochi minuti una temperatura particolarmente elevata (intorno ai 500° C) per effetto della quale lo sporco provocato da schizzi o vapori degli alimenti viene carbonizzato e ridotto in cenere. Durante tale processo la sicurezza è garantita, perché la porta del forno viene bloccata meccanicamente e non è necessario essere presenti durante l’operazione, poiché tutto avviene in automatico, dalla fase di attivazione al raffreddamento. Una volta terminata la pulizia, l’elettrodomestico emette un segnale acustico che segnala che è possibile aprire lo sportello e togliere i residui di polvere. I benefici di un forno pirolitico sono evidenti. Innanzitutto, il risparmio di tempo in cucina. Basta solo impostarlo e avviarlo. Il procedimento di pirolisi consente di pulire sia la struttura interna del forno, sia le teglie e le griglie presenti.

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Sono vari i livelli di pulizia pirolitica, ognuno di durata diversa. Quello più breve, è utilizzato per eliminare gli odori: ad esempio quando si è appena cucinato un fritto, ma si desidera infornare un dolce subito dopo. Il livello intermedio è indicato per igienizzare superfici mediamente sporche, mentre quello più lungo si attiva in presenza di sporco di una certa consistenza.
I consumi energetici non sono onerosi dal punto di vista economico: nei più recenti modelli, un ciclo completo di pirolisi determina un consumo pari a pochi centesimi di euro (circa 0,80 centesimi per il terzo livello, mentre 0,50 centesimi per il primo livello).
Un normale contatore da 3 kW, presente all’interno di qualsiasi abitazione, è in grado di supportare il lavoro del forno pirolitico; tuttavia, l’azionamento delle funzioni di pirolisi potrebbero risultare incompatibili con gli altri elettrodomestici.

La pirolisi oltre che conveniente è anche ecologica, poiché non richiede l’uso di speciali detergenti chimici, come per la pulizia tradizionale.
Il livello di temperatura che è possibile raggiungere non deve incutere timore dato che questi apparecchi sono progettati per sopportarne di così elevate. In effetti il calore generato durante il ciclo resta all’interno della cavità del forno pirolitico, mentre la funzione di ventilazione tangenziale ne permette lo smaltimento. Per una manutenzione ordinaria del forno esistono altre funzioni: nei  forni Neff con funzione Easyclean, è possibile una pulizia ordinaria dopo ogni utilizzo. Va detto che questo tipo di programma non è efficace su sporco ostinato quanto la pirolisi.

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Anche il forno a vapore può essere pirolitico

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Pulizia ordinaria con funzione Easyclean di Neff

 

 

ALCUNE CONSIDERAZIONI

L’impiego dei forni pirolitici tuttavia deve avere luogo in modo scrupoloso, seguendo le istruzioni illustrate nel manuale d’uso.
 Verificate che non siano presenti alcuni residui particolari di alimenti prima di attivare questa funzione, come ad esempio briciole che potrebbero causare, con l’innalzamento della temperatura, fumo, oppure zucchero che potrebbe incollarsi al forno e danneggiarlo. Calcolate che l’uso di questa funzione richiede più tempo, di solito una o due ore, durante le quali l’elettrodomestico non può essere impiegato per la cottura.

 Sviluppa inoltre un quantitativo di calore superiore rispetto a quello dei forni standard, il che può risultare molto fastidioso soprattutto nei mesi caldi.

 La spesa per questo elettrodomestico è ovviamente superiore a quella di uno classico, poiché deve necessariamente essere equipaggiato di particolari dispositivi, come un sistema di ventilazione di portata maggiore, un isolamento migliore per non danneggiare i mobili e un sistema di blocco dello sportello.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

 

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La cappa aspirante

LA CAPPA ASPIRANTE

Qualsiasi sia il tipo di cappa che andremo a scegliere, una cosa è certa: l’aria aspirata o verrà riemessa in circolo nell’ ambiente cucina dopo essere stata filtrata ( soluzione filtrante ) o verrà condotta all’ esterno ( soluzione aspirante ).
Quest’ ultimo caso, la soluzione più adottata e se vogliamo preferibile, spesso è condizionata se non impossibilitata da fattori non facilmente risolvibili: vediamo perchè:

Se il posizionamento della conduttura avviene per tempo, seguendo un progetto di cucina tutto è facile: il tubo inizierà il suo percorso nel punto esatto, sarà della dimensione adeguata e non sarà visibile ( a meno che questa non sia una scelta voluta , pensiamo ad una cucina in stile industriale o professionale… ).
Spesso però la casa o l’appartamento in questione sono già costruiti e quindi nell’acquisto di una cucina bisogna pensare anche a questo aspetto. Gli impianti idraulici ed elettrici possono essere spostati con più facilità di quanto si pensi, ma il tubo dell’aspirazione,per le dimensioni e il posizionamento alto nella parete o a soffitto comporterebbe modifiche e opere murarie abbastanza impegnative…

Come nascondere il tubo della cappa se il foro è già esistente?

Se i pensili sono abbastanza alti e la stanza non così grande da permetterne la visuale, un tubo piatto ( a sezione rettangolare ) bianco che poggia sopra i pensili può essere una semplice soluzione. Una mensola sopra pensile con un po’ di bordo ( se sta bene nel tipo di cucina ) aiuterebbe sicuramente a nascondere meglio il tubo.


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Raccordo da tubo a rotondo a rettangolare: la portata è la medesima per entrambe le sezioni


Se il tubo fosse invece comunque visibile , si può nascondere con una veletta di cartongesso profonda quanto i pensili e alta da sopra pensile a soffitto che nasconda il tubo.
Questa copertura potrebbe anche essere più profonda dei pensili, e sporgendo, essere utile per il posizionamento di luci a LED incassate della forma desiderata, utili ad illuminare meglio la zona operativa. Queste soluzioni sono valide e anche piacevoli alla vista se il lato della cucina interessato è tra due pareti: per essere chiari: se un lato è aperto, noi saremmo costretti a chiudere con cartongesso anche il lato corto e la nostra veletta diverrà uno scatolone appoggiato sopra i pensili…non proprio un bell’effetto da vedere….

 

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la veletta in cartongesso nasconde il tubo e ospita dei faretti

 

 

Se la forma della stanza e il percorso che il tubo dovrà fare non ci aiutano, si può passare ad un vero e proprio contro soffitto in cartongesso, che oltre ad esserci utile per nascondere tubo e permetterci di illuminare con libertà la nostra cucina, può contribuire a equilibrare una grande zona giorno ( open space ) “delimitando” ma senza separare la zona cucina dal resto. Un contro soffitto è da valutare anche per portare la cappa in una posizione lontana dalla parete, magari nella penisola.

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massima libertà di posizionamento con controssoffitto e cappa ad incasso

 

ALTRE SOLUZIONI

Un’ altra soluzione, sempre più utilizzata, è offerta dalle cappe da piano: in questo caso aspirando verso il basso, conduttura, e quindi il foro di uscita, possono essere posizionati quasi a raso terra. Con le giuste considerazioni sugli ingombri dei tubi ( ci passa il tubo sotto le basi se lo zoccolo è alto almeno 10 cm, o, in alternativa, se c’è spazio per passare dietro le basi cucina ). Il percorso del tubo e l’uscita nella parte  bassa, possono essere quindi nascosti con più facilità dai mobili, ovviando a posizionamenti del foro cappa problematici , insufficienti  o addirittura mancante.

 

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Bora schema tubazioni


 

 

 

Se nessuna di delle  soluzioni appena viste fosse adottabile, si potrà optare comunque per una soluzione filtrante:
negli ultimi anni i filtri a carboni di molte aziende specializzate nella produzione di cappe sono stati notevolmente migliorati, rendendo questo sistema, non più una soluzione “di ripiego” ma una valida alternativa. I filtri ai carboni attivi trattengono parte degli odori e delle sostanze contenute nei  vapori di cottura. I filtri a carboni vanno sostituiti ogni paio d’ anni, o anche prima se l’utilizzo è molto intenso. La cappa filtrante affrancata dall’ assenza di una conduttura può avere svariate forme. In un articolo dedicato parliamo proprio di questa tipologia di cappa e dei nuovi sistemi di filtraggio.

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una valida cappa filtrante: Dama di falmec. La cappa diventa anche un oggeto da ammirare…

 

 

ALTRI CONSIGLI :

Come si può ottenere una cappa silenziosa?
Il cuore della cappa è il motore, che ne determina la capacità aspirante. Per ottenere una buona aspirazione, la potenza del motore deve essere adeguata alla forma, alla tipologia e alla misura della cappa. Il motore può essere posizionato all’interno della cappa e in questo caso deve essere di ottima qualità per avere una rumorosità contenuta. Se si vuole ridurre ulteriormente la rumorosità si può installare un motore remoto esterno avendo cura di eseguire una conduttura che eviti la formazione di vortici d’aria che potrebbero rendere la cappa molto rumorosa. Il motore remoto può essere fissato alla parete esterna della casa o sopra il tetto.

 

motore remoto cappa

 

Quali dimensioni deve avere una cappa per una buona aspirazione?

Con un piano cottura di larghezza maggiore o uguale alla cappa, vapori e odori non possono essere aspirati completamente, sopratutto se la cappa non è dotata di motore potente. Se si inserisce una cappa di larghezza maggiore rispetto al piano cottura, si ottiene un’aspirazione più completa e un risultato estetico sicuramente più accattivante in quanto la cappa può diventare un elemento d’arredo e di design che caratterizza la cucina.
Per motivi di sicurezza l’altezza della cappa dal piano cottura non deve essere inferiore ai 65cm.
Se la cucina a parete con una profondità di 80 cm anziché i classici 60 cm, viene corredata da una cappa aspirante di dimensioni ridotte che non ci sarà una buona aspirazione dei fumi.
Meglio quindi valutare cappe con forme e dimensioni tali da riuscire a coprire completamente la zona cottura, con maggiori vantaggi per l’aspirazione.

 

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Due cappe di Valcucine pensate anche per cucine profonde 80 cm :  il vetro  convoglia il vapore verso un motore potente. Nessun ostacolo mentre si lavora e massima libertà visiva.

 

 

ALTRE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE TECNICO

A cosa serva la valvola di ritegno?
La valvola di ritegno in una cappa permette, a motore spento di chiudere il tubo impedendo afflussi d’aria esterna indesiderati, a motore acceso automaticamente si apre. L’assenza di tale valvola rischia di causare sgradevoli inconvenienti. In particolari situazioni che possono crearsi all’interno dell’abitazione (correnti d’aria o depressioni) l’eventuale vicinanza del foro di espulsione esterno ad altri camini può provocare l’aspirazione dei gas tossici provenienti dal caminetto, dalla stufa, o dagli scarichi delle caldaia. Inoltre in assenza di valvola di ritegno si può verificare l’ingresso fastidioso di aria fredda dall’esterno. Per effetto camino, la cappa sprovvista di valvola di ritegno, anche se spenta, tende ad aspirare l’aria calda dalla stanza e a convogliarla verso l’esterno determinando un consumo energetico indesiderato. Se la cappa non possiede la valvola di ritegno integrata, si consiglia il montaggio di una valvola unidirezionale separata, in corrispondenza della parete esterna.

 

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A cosa servono i fori di ventilazione?

All’interno della cucina, deve necessariamente affluire almeno tanta aria quanta ne viene richiesta dalla regolare combustione del gas. Inoltre bisogna tener conto che l’aspirazione della cappa in mancanza di afflusso d’aria in cucina dall’esterno, può generare una depressione che impedisce la completa espulsione dei fumi. Per ovviare a questi due problemi l’afflusso naturale dell’aria deve avvenire per via diretta attraverso aperture permanenti di ventilazione praticate sulle pareti del locale che danno verso l’esterno. Tali aperture, regolamentate dalla Normativa UNI7129, devono avere sezione netta di passaggio di almeno 6cm per ogni kW di portata termica installata, con un minimo di 100cm
Il foro nella parte alta del locale serve a risolvere il problema dato dall’utilizzo di gas GPL che, oltre a richiedere un maggiore apporto d’aria in cucina per la combustione, ha una densità relativa inferiore rispetto al metano.

La normativa consente anche la ventilazione indiretta, mediante prelievo dell’aria da locali adiacenti a quello da ventilare purchè il locale adiacente sia dotato di ventilazione diretta e non sia adibito a camera da letto o non sia un ambiente con alto rischio d’incendio (autorimesse, garage, magazzini). Inoltre il locale adiacente non deve essere messo in depressione rispetto al locale da ventilare per effetto della presenza di un altro apparecchio funzionante con un qualsiasi combustibile (caminetto, stufa…) oppure con un dispositivo di aspirazione per il quale non sia stato previsto un ingresso di aria. Il flusso d’aria dal locale adiacente può avvenire attraverso aperture permanenti oppure, in presenza di porte che dividono i due ambienti, può essere ricavato maggiorando la fessura tra la porta ed il pavimento (min. 2cm). E’ consigliabile praticare dove possibile le aperture di ventilazione in un locale adiacente alla cucina in quanto si evitano le fastidiose corrrenti d’aria fredda (l’aria prima di raggiungere la cucina fa in tempo a riscaldarsi) e gli odori non si espandono verso gli altri ambienti della casa ma vengono convogliati nella giusta direzione.

 

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Il forno a vapore

I questo articolo affrontiamo un argomento che desta molto interesse negli ultimi anni:
Il forno a vapore

Il forno a vapore permette di cucinare in maniera sana ed equilibrata. Questo tipo di cottura , mantiene inalterate le proprietà nutritive dei cibi, i cibi riescono infatti a conservare gran parte delle loro proprietà nutrizionali, tra vitamine, proteine e sali minerali. Ma non è solo questo il punto di forza della cottura a vapore: si possono ottenere risultati per tantissime tipologie di pietanze e ricette, con risultati migliori, più professionali.

A differenza della cottura in pentola che non consente di personalizzare più di tanto la metodologia di cottura, restringendo le alternative al solo lessare, il forno, invece, consente di impostare le temperatura e le modalità di cottura, spaziando tra la cottura vera e propria, la doratura, lo scongelamento e così via. La cottura a vapore consente di cuocere i cibi senza che questi entrino in contatto con l’acqua, come avviene, invece durante la bollitura; il vapore, inoltre, non raggiunge mai i 100°(a meno che esso non sia stato impostato per toccare tale temperatura).

 

Come funziona

 

Il funzionamento del forno a vapore avviene mediante la vaporizzazione dell’acqua che, solitamente, è contenuta in serbatoi laterali, integrati alla struttura stessa del forno.
Il vapore viene generato da una piccola caldaia, la quale deve essere periodicamente pulita e decalcificata, mediante prodotti adatti con base di limone o aceto.
I forni a vapore consentono di regolare la quantità di vapore da impiegare, in base alla tipologia di alimento da cuocere.

Le temperature raggiunte da un forno a vapore sono differenti e variano in base alla funzione che si utilizza.  Infatti, se si predilige la cottura con solo vapore, i gradi possono andare da 30° a 100°/120° C; quando, invece, si combinano entrambi le metodologie di cottura, ovvero quella a vapore e quella termo ventilata, allora le temperature possono raggiungere persino i 250° C.

forno a vapore

 

La cottura a vapore, in combinazione con le tecniche termo ventilate, permette di raggiungere quindi livelli molto alti di cottura, poiché il vapore viene diffuso in maniera uniforme, garantendo, così una notevole qualità di cibo, un risparmio di tempo e di energia, rispetto alla cottura classica.
Il forno a vapore consente quindi di combinare insieme i sistemi di cottura tradizionale ,ovvero quella termo ventilata, con quella a vapore.
Sì può sempre passare da un metodo all’altro di cottura: in qualsiasi momento è possibile decidere quale metodologia eseguire.

 

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Una tipologia di forno a vapore compatto con serbatoio laterale

 

Due tipologie di forno a vapore

 

E’ utile differenziare il concetto di cottura a vapore dalla cottura con aggiunta di umidità, infatti mentre nel primo caso il vano del forno è saturo di vapore e dunque l’alimento viene lessato, nel secondo caso si tratta di aggiungere una percentuale variabile di umidità al calore secco, ossia alla funzione più classica, per intenderci.
I forni che consentono di cuocere a vapore, presentano quindi due tipologie di funzionamento:
modelli che consentono di sfruttare solamente il vapore, prodotto da un generatore autonomo all’esterno della camera di cottura. Con questi forni è possibile la cottura di cibi quali patate, carne, impasti o verdure in foglia, in quanto, è possibile regolare la temperatura del vapore con precisione anche sulle basse temperature.
modelli che aggiungono vapore, spruzzato da particolari iniettori, all’interno degli elementi riscaldanti del vano cottura, viene nebulizzato uniformemente all’interno del forno;vengono impiegati per la cottura di cibi che richiedono una temperatura che superi i 100° C, dunque risultanomolto aggressive se, ad esempio, si decide di cuocere verdure.

Miele forno multifunzione

Electrolux Combisteam acqua - Copia

 

 

Quali cibi cibi possono essere cotti con il forno a vapore? quali sono le azioni possibili con un forno a vapore?

 

forno a vapore

Il forno a vapore consente la cottura di cibi umidi, come il pesce e la carne, tuttavia, questa tecnica permette anche di cuocere e dorare in superficie altre tipologie di pietanze, come nel caso del pane, pizze e focacce, per le quali l’umidità è un elemento fondamentale per la lievitazione. In pratica, i cibi umidi vengono cotti mediante il solo vapore, mentre per tutte le altre tipologie di pietanze, è necessario affiancare, a questo metodo di cottura, anche i gettiti di aria calda.Il forno a vapore consente di cucinare senza l’aggiunta di grassi e condimenti, ma esso viene impiegato anche per scongelare o riscaldare le pietanze disidratate.Il forno a vapore, inoltre, consente di cucinare un totale risparmio energetico, oltre che di tempo. la modalità a vapore consente una cottura a temperature medio-basse, impiegando un tempo moto ridotto di circa il 20%, rispetto ad un comune e tradizionale forno termo ventilato.


Il forno a vapore consente di cucinare più pietanze contemporaneamente, senza mescolare i sapori e gli odori di ogni singola portata e consente anche di rigenerare i cibi, riportandoli alla loro originaria morbidezza come quando appena cotti, utilizzando la giusta combinazione di vapore ed aria calda ed evitando che i nutrienti vengano distrutti.

Per quanto riguarda la pulizia è importante controllare periodicamente la quantità di calcare che si forma e rimuoverla regolarmente, mediante l’impiego di prodotti naturali e spugnette idonee, o con i classici detergenti per la pulizia del forno.

Il prezzo di un forno a vapore può variare dai 1000 ai 3000€.

 

 

                      Pietanze e cottura a vapore: tanti vantaggi

La carne: mai stata così succulenta
Molti potrebbero esclamare ‘anche a me l’arrosto viene benissimo’ , ed è sicuramente vero, eppure poiché per legge fisica il calore richiama acqua, se nel forno non è presente una percentuale costante di umidità, questa verrà ‘assorbita’ dall’alimento, prosciugandone i liquidi naturalmente contenuti e riducendone quindi il peso finale! L’arrosto o il roastbeef resteranno più succosi dentro e più dorati fuori.
Lasagne e timballi: croccanti e filanti grazie al vapore
Che la lasagna venisse bene anche alle nostre nonne è un dato di fatto. E’ pur vero che avvalendosi di una piccola percentuale di umidità durante la cottura sarà più semplice per chiunque sfornare teglie fumanti, croccanti e filanti! Sapete il perché? Il cuore della pietanza verrà continuamente ‘idratato’ dal tocco di vapore, mentre fuori sarà agevolata la doratura proprio grazie all’azione del calore.
Il pesce fresco: l’acqua vien dal mare…
Per cucinare il pesce un metodo diffuso per mantenerlo tenero e sugoso è quello di avvolgerlo in un foglio di alluminio oppure chiudere la pirofila con la pellicola. Ma non basta! Solo grazie a un’elevata aggiunta di umidità si evita che evapori la saporita acqua naturalmente contenuta nella polpa, che poi è la chiave della bontà finale del piatto.

Verdure lessate o gratinate?
La scelta è semplice; se si vogliono verdure lessate in maniera delicata evitando la dispersione di sali minerali, oligo elementi e proprietà nutrizionali (come accade nella cottura a immersione), è sufficiente sistemarle sulla teglia infornare con la funzione a vapore et voilà: lesse sì, ma super gustose. Al contrario se si prepara un gratin di patate meglio la cottura combinata con aggiunta di umidità del forno: l’aria calda pensa alla gratinatura e il vapore alle patate, mica male!
Soufflé e dolci lievitati: mica vorrai aprire il forno?
Una delle prime cose che si impara in cucina da bambini è quella di non aprire il forno se dentro c’è una torta! Con il forno giusto questo dubbio amletico ‘apro o non apro’, non sarà più un problema perché penserà lui a coccolare il vostro dessert attraverso una dose di umidità attentamente scelta in base alla ricetta che agevolerà la lievitazione, eviterà di asciugare l’interno o far bruciacchiare la superficie.

Pizze e focacce sì, ma con gli alveoli!
Alcuni lo sanno già, perché un impasto possa definirsi ben riuscito servono alcuni (indispensabili) accorgimenti. Primo fra tutti la lievitazione. Con un forno all’avanguardia è possibile far lievitare l’impasto direttamente nel vano cottura con un apposito programma che sceglie temperatura e percentuale di umidità e li mantiene costanti per uno sviluppo ottimale della pasta.
Fragranti come dal fornaio nel forno combinato a vapore
Dopo la lievitazione gli impasti vanno anche cotti! Anche in questo caso esiste un programma preimpostato che sceglie la corretta modalità di cottura per pizze e focacce e la percentuale di umidità più idonea che agevola il rigonfiamento dell’impasto. Una volta sfornate saranno soffici e ‘bucherellate’ dentro (alveoli) e belle croccanti fuori.
Budini e crème brulée sì, ma che noia il bagnomaria!
E’ vero, il metodo di cottura in forno a bagnomaria non è molto pratico anche perché se l’acqua nella teglia comincia a bollire addio risultato! Con il forno combinato a vapore invece non serve far nulla. Si infornano gli stampini e con il programma giusto il risultato sarà semplicemente straordinario: in questo caso verrà immesso vapore a 85°C; temperatura di ‘comfort’ perché pastorizza le uova ma non le strapazza!
Sottovuoto che innovazione!
Diciamocelo, la cucina casalinga è da sempre la più amata dagli italiani ma questo non significa che non si possano imparare metodi di cottura nuovi e utilissimi!Ad esempio la cottura sottovuoto: si sigilla l’alimento nell’apposito sacchetto, si inforna con il programma corretto (tranquilli ci pensa il forno) e ci si gode un risultato sorprendente nel sapore e nella consistenza. Per esempio per il filetto di salmone che è estremamente delicato la cottura avverrà a 75°C, in pratica come una carezza. Invece per la crema inglese sottovuoto la temperatura scelta dal forno sarà di circa 82°C. Certo che avete capito bene e viene pure squisita! Ah! La cottura sottovuoto è l’ideale anche per cucinare i gamberi.

Scaldare ma non seccare
Grazie al forno che combina aria calda a una percentuale di umidità potrete riscaldare ogni tipo di alimento senza seccarlo né disidratarlo, in pratica diventerà come nuovo!
Se a tutto ciò aggiungiamo che:
In cottura non servirà più aprire continuamente il forno per aggiungere liquidi all’arrosto o controllare che non secchi la lasagna, con un conseguente risparmio energetico notevole.
I tempi di cottura si accorceranno perché il vapore ha un calore più penetrante e arriva prima al cuore dell’alimento.
I programmi preimpostati aiutano a usare questa tecnica di cottura ancora poco conosciuta.
Perché non farlo diventare anche il tuo ingrediente segreto?

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

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