fbpx
tb

Pulizia delle superfici in cucina

Pulizia delle superfici in cucina

In questo articolo vediamo come mantenere puliti nel modo adeguatto vari tipi di materiali che si possono trovare in cucina. Ogni materiale ha delle caratteristiche fisiche e chimiche diverse, per questo è importante conoscere i prodotti e i modi più indicati per pulirli.

Considerazioni generali
Non farò distinzioni tra materiali utilizzati per le ante e materiali utilizzati per i piani, in quanto lo stesso materiale può essere impiegato sia per le ante che per i piani , va detto però, che superfici verticali, come ante e fianchi sono solitamente meno problematiche da pulire in quanto si sporcano con impronte o schizzi, superfici orrizzontali ( piani di lavoro) sono invece più soggetti a essere sporcati in modo importante e di conseguenza richiederanno una pulizia più frequente ed accurata.
Nelle superfici lucide si nota di più lo sporco, la loro pulizia è però più agevole, le superfici opache, talvolta erroneamente definite “antigraffio” sono meno soggette a micro graffi, o comunque essi sono meno visibili. Questo ci fa capire che per la pulizia quasi sempre prodotti in polvere o spugne abrasive possono graffiare le superfici, quindi attenzione a questi prodotti, come attenzione agli agenti chimici che possono alterare le superfici dei materiali.

LAMINATO
Per la pulizia delle ante in laminato, è sufficiente utilizzare panni morbidi leggermente inumiditi con prodotti per vetri.
Non utilizzare prodotti aggressivi, polveri abrasive, prodotti anticalcarei a base acida o candeggina pura, perché potrebbero rovinare la finitura.
Non utilizzare prodotti a base di cera o siliconi in quanto la loro applicazione potrebbe formare degli aloni di diversa lucidità.
Se ci sono profili in alluminio come gole o maniglie o per le ante a telaio non pulire con candeggina (ipoclorito di sodio).

 

laminato

Nel caso di ante in laminato alluminio si dovrà prestare maggiore attenzione, poiché la lamina metallica applicata al laminato è protetta da una vernice speciale che non deve assolutamente essere scalfita. Per rimuovere lo sporco più difficile si possono utilizzare prodotti per vetri a base alcolica, a base alcalina o di ammoniaca. Non utilizzare quindi prodotti aggressivi, polveri abrasive, prodotti anticalcarei a base acida o a base alcalina o candeggina, perché potrebbero rovinare la vernice di protezione.

 

laccato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LACCATO
Le ante laccate, data la loro finitura, richiedono una manutenzione particolarmente attenta onde evitare il danneggiamento della superficie. Per la pulizia utilizzare panni morbidi non abrasivi. Non utilizzare prodotti contenenti solventi, acetone oppure contenenti abrasivi, poiché potrebbero scalfire la finitura superficiale delle ante.
Non utilizzare prodotti a base di cera, alcool o siliconi, in quanto la loro applicazione può formare degli aloni di diversa lucidità.

 

LEGNO
Per le ante in legno valgono le stesse accortezze che si riservano alle superfici laccate, in quanto, nella maggior parte dei casi il legno è trattato con una verniciatura protettiva, più raramente con prodotti ad olio. Il legno, viene a volte integrato nel piano della cucina come banco colazione o elemento tagliere protetto superficialmente da un leggero velo di vernice ad olio.
Per la sua pulizia è bene utilizzare un panno umido ben strizzato.
Il piano va pulito nel senso delle venature, in modo da togliere più efficacemente lo sporco dai pori, e asciugato con cura alla fine della pulizia.
Si raccomanda sempre l’uso di panni morbidi non abrasivi.
Non utilizzare prodotti abrasivi che potrebbero rigare la superficie.
Non utilizzare prodotti a base di cera o siliconi in quanto la loro applicazione potrebbe formare degli aloni di diversa lucidità.
Non utilizzare un panno troppo bagnato.

 

 

top in legno (2)

 

 

QUARZO, PIETRE SINTERIZZATE, CERAMICI
Questi materiali,largamente diffusi negli ultimi anni, soprattutto per i piani delle cucine, sono sicuramente resistenti ad alcuni prodotti utilizzati in cucina ( ad es. succo di limone, olio, aceto, caffè, coca cola) che creavano macchie irrimediabili in certi materiali naturali, quali marmo e in misura minore granito, e quindi sono meno problematici da pulire. Ovviamente ci sono tanti produttori e diverse indicazioni per mantenere puliti questi materiali. Va detto che le pietre sinterizzate e i ceramici sono i materiali più compatti e meno porosi e quindi più facili da tenere puliti oltre che più resistenti a forte calore ed abrasione.
Per tutti questi materiali vanno bene detergenti neutri, liquidi o in crema, sgrassatori e comunque mai prodotti in polvere abrasivi.

Quarzo

Dekton

Ceramico

 

ACCIAIO INOX

Per pulirle l’ acciaio si possono utilizzare prodotti specifici per il calcare in prossimità del lavello e prodotti a base alcolica, a base di ammoniaca o prodotti specifici per gli acciai per togliere macchie di ogni genere.
Anche qui non utilizzare polveri o prodotti abrasivi, perché righerebbero le superfici,
tanto meno utilizzare pagliette o spugnette metallich

ATTENZIONE: non riporre sotto il lavello o in prossimità di parti in acciaio, flaconi aperti di prodotti chimici (acido muriatico, prodotti per sturare i lavandini) in quanto le esalazioni possono corrodere l’acciaio inox.
Non mettere in contatto i prodotti specifici per l’acciaio con l’eventuale piano in laminato perché potrebbero danneggiarlo.

piano in acciaio

 

PROFILI ED ALTRI ELEMENTI IN ALLUMINIO

Per la pulizia di elementi in alluminio utilizzare acqua e detersivi a base alcolica o prodotti detergenti neutri. Non utilizzare polveri o prodotti abrasivi, perché righerebbero le superfici.
Non utilizzare pagliette o spugnette metalliche.
ATTENZIONE: non pulire i profili in alluminio con candeggina o con prodotti contenenti candeggina (ipoclorito di sodio) perché potrebbero intaccare la finitura anodica superficiale dell’elemento macchiandolo.

 

fenix riparabile con ferro da stiro

 

 

 

 

 

 

 

FENIX
Il fenix è un materiale di recente invenzione, un tipo di laminato con finitura molto opaca e anti-impronta. Ha il vantaggio unico di rigenerarsi da eventuali micro-graffi superficiali. Utilizzando un ferro da stiro e un asciugamano/panno umido, può essere effettuata nell’area interessata la termoriparazione dei micro-graffi superficiali, se la struttura del materiale non è danneggiata irreparabilmente.
Non richiede una manutenzione particolare: è sufficiente un panno inumidito con acqua calda o un detergente delicato. Sono ben tollerati quasi tutti i normali prodotti detergenti o disinfettanti domestici. È consigliabile l’uso di una spugna magica per la normale pulizia e manutenzione della superficie.

 

CORIAN
Per pulire il Corian si usa un panno umido con una crema abrasiva leggera o un comune detergente (ad es. Cif) agendo sempre con un movimento circolare. Anche se i liquidi non possono penetrare all’interno di Corian, è meglio eliminarli subito. Una o due volte alla settimana, è consigliato eseguire una pulizia accurata al lavello in Corian:eliminate tutti i residui di olio o grasso delle normali preparazioni dei cibi dal lavello usando un detergente o una soluzione per superfici solide. Spruzzate una soluzione composta da 3/4 di candeggina e 1/4 di acqua sul lavello e lasciate agire qualche ora o durante la notte. Il tempo di esposizione dovrebbe essere limitato a 16 ore. Al mattino sciacquate o pulite con un panno umido.
Macchie più resistenti prodotte da liquidi come: aceto, caffè, tè, succo di limone, coloranti, ketchup, vino rosso o oli vegetali: in primo luogo, seguite sempre i metodi più semplici, poi usate progressivamente una spugnetta non abrasiva e un detergente o una soluzione per la pulizia delle superfici a base di ammoniaca. Solo in presenza di macchie particolarmente tenaci come polline di giglio o zafferano o di un graffio significativo sarà possibile utilizzare una spugnetta non abrasiva con della candeggina. Risciacquate parecchie volte con acqua calda ed asciugate con un panno morbido. Per ridare l’aspetto originale passate un panno umido e una crema abrasiva leggera sull’intera superficie del piano con un movimento circolare. Corian essendo solido ed omogeneo è rinnovabile. Molti danni dovuti a urti, calore o prodotti chimici possono essere riparati solitamente sul luogo ridando integralmente alla superficie il suo aspetto originale, regolare e igienico.

 

Corian

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

b_SILENTIA-SERIE-100-SALICE-355865-relff6e87d0

Come regolare le ante in cucina

COME REGOLARE LE CERNIERE

Quando sono da clienti, mi viene spesso chiesto di registrare le ante della cucina: dopo qualche tempo le ante possono infatti necessitare di una registrazione in quanto non più allineate Questo è normale che succeda con l’apertura frequente, con cerniere che dopo diversi anni si consumano e fanno cedere l’ anta un po’, o grazie al contributo di bimbi piccoli che spesso ci si appendono ; )
Qualcuno, con un po’ di senso pratico e curiosità, mi chiede come si fa a registrare le cerniere .
In questo post vi voglio quindi insegnare come si fa per avere sempre le ante della vostra cucina ben allineate.Diamo per scontato che i mobili siano posizionati perfettamente a livello. Se i mobili sono stati montati male, e non sono a livello,  compensare i disallineamenti delle ante con il solo utilizzo delle regolazioni che vi sto per illustrare potrebbe non essere sufficiente.
Le cerniere più diffuse sono di marca Salice. Si stanno diffondendo negli ultimi anni anche le cerniere Blum. Non prendo in considerazione altre marche in quanto sono decisamente una minoranza, ed il funzionamento è molto simile a quelle dei marchi già citati.

Se voi aprite una vostra anta troverete probabilmente una cerniera di questo tipo…

cerniera salice
cerniera Salice

cerniera Blum
cerniera Blum

 

 

 

Foto 3 cerniera Salice a 165 °

cerniera per apertura fino a 165°

 

 

 

 

Anche se può apparire come fosse un solo pezzo, le cerniere sono agganciate ad una base: la base è fissata sul corpo del mobile, la cerniera sull’ anta. Cerniera e base si possono separare facilmente ( spesso senza l’ utilizzo di attrezzi ) ma questo a noi non interessa per regolare le ante, in quanto le ante devono rimanere attaccate al mobile.
La regolazione avviene infatti agendo su viti appartenenti a viti e base. Queste viti spesso sono coperte da una placchetta che reca spesso il marchio dell’ azienda produttrice della cucina o del mobile in questione; questa copertura va tolta per potere iniziare la regolazione .

 

 

REGOLAZIONE ORIZZONTALE (DESTRA-SINISTRA)

Avvitando ( girando in senso orario ) la vite centrale, la cerniera si distanzia dalla base: questo porta l’ anta a spostarsi verso il lato opposto a quello delle cerniere,
Svitando ( girando in senso antiorario ) la stessa vite, la cerniera si avvicina alla base e così l’ anta si sposta verso il lato delle cerniere. Nelle cerniere Blum il senso di rotazione per ottenere lo stesso movimento è inverso

Trucco: quasi sempre le ante con il tempo pendono verso il basso ( come nel disegno qui sotto a sinistra), l’ anta è quindi da regolare agendo in modo diverso nelle due ( o più ) cerniere: svitando la vite della cerniera più alta, e avvitando quella più bassa si va a compensare il cedimento dovuto a tempo ed usura ( senso di rotazione inversa su cerniere Blum ). In questo modo si riesce a  a riportare l’ anta nella posizione corretta…a meno che le cerniere non siano troppo usurate e compromesse e quindi da sostituire.

 

Come-regolare-le-ante-della-cucina-2

 

REGOLAZIONE VERTICALE (SU E GIU’)

Questa seconda regolazione serve ad alzare o abbassare l’ anta: in questo caso si agirà però sulle viti sempre in egual modo in quanto le due ( o più ) cerniere devono contribuire ugualmente al movimento verso l’ alto o verso il basso senza creare resistenze. Questa regolazione è più intuitiva, ma spesso è più difficile da individuare la vite che permette questo movimento, perché questa vite si trova spesso sulla base della cerniera, ed esistono diversi tipi di basi per cerniera…Se si tratta di una base dritta, completamente nascosta dalla cerniera, questa vite è accessibile da un foro centrale sulla cerniera che la rende poco visibile se invece la base ha le “alette” potrebbe essere necessario allentare le due viti che fissano la base della cerniera al mobile ( vedi disegno qui sotto  ), alzare o abbassare l’ anta quanto serve e , mantenendo l’ anta in posizione stringere forte le viti. A volte queste basi a croce hanno una terza vite che serve a regolare il movimento verticale senza allentare le due viti di fissaggio ( vedi foto qui a lato)

Foto 4

 

Come-regolare-le-ante-della-cucina-3

 

REGOLAZIONE PROFONDITA’ ( AVANTI – INDIETRO )

Questa terza regolazione è utile se le ante non sono più complanari, e quindi da chiuse appaiono più o meno staccate dal mobile. La vite che regola questo movimento è solitamente quella collocata verso l’interno del mobile. ( vedi foto 1 ed immagine qui sotto a destra ).
Quindi, girando questa vite si vede l’anta che si distanzia o si avvicina al corpo mobile (il senso di rotazione dipende dal tipo di cerniera o base, quindi basta provare ed osservare cosa succede…).
Se tutta l’ anta sporge rispetto a quelle adiacenti, andranno regolate tutte le viti in egual modo, se invece la sporgenza è solo in alto o in basso, verrà regolata solo la vite corrispondente( e se necessario quella opposta con un movimento opposto, come visto prima per la vite di regolazione orrizzontale ).

 

Come-regolare-le-ante-della-cucina-4

 

ATTENZIONE: quando l’ anta è molto staccata e, solitamente solo da un lato, questo può essere causato da un eccessivo carico del pensile che sta causando una leggera torsione che deforma il mobile non permettendo all’ anta, che è planare, di appoggiare uniformemente e chiudere bene. Altre volte questa situazione è causata da uno distaccamento del pensile dal muro ( tasselli che non tengono ). Controllate quindi guardando da sopra, prendendo una scala, che il pensile non si stia staccando dal muro…in tal caso meglio rivolgersi a chi vi ha installato la cucina o al vostro mobiliere / falegname di fiducia.

Alcuni  ulteriori consigli  : se le vostre cerniere sono sono diverse dagli esempi, agire sulle viti con piccoli movimenti e osservare con attenzione cosa succede resta la soluzione più semplice!

Ricordate poi di lubrificare, almeno una volta l’anno le cerniere. In modo particolare, le ante che vengono usate maggiormente e quelle della base lavello e scolapiatti che oltre a subire una maggiore usura, tendono anche a ossidarsi per effetto dell’ umidità.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : marco@dinalemario.com

tavolo_kristalia_boiacca_wood11

Come scegliere il tavolo

LA SCELTA DEL TAVOLO

Il tavolo è un elemento d’ arredo molto importante in quanto assolve ad una delle funzioni principali nella vita quotidiana. Il pasto non è solamente soddisfazione di un bisogno primario, ma momento di condivisione, di discussione, e di pausa dalle attività quotidiane e quindi di riposo.
Per questo è molto importante valutare le dimensioni: nessuno vorrebbe mangiare urtando con i gomiti la persona seduta accanto, ma anche il posizionamento:
non è certamente auspicabile pranzare in una zona male illuminata, o ancora in una stanza troppo piena di oggetti , o ancora in una zona di passaggio, o guardando un muro…

Nella scelta del tavolo vanno considerati questi cinque aspetti: dimensioni, forma, fisso o allungabile, tipologia, materiali

Le dimensioni

La dimensione è legata innanzitutto alle misure della stanza e degli arredi che vi sono in essa . Vanno tenuti ben in considerazione gli spazi per poter muoversi agilmente tra gli arredi :  ci sono delle misure minime da rispettare per consentire alle persone di muoversi comodamente che il vostro arredatore vi saprà indicare. Consiglio: se stiamo acquistando la cucina o altri arredi nella cucina/zona pranzo, non dimentichiamo di valutare le dimensioni di questi mobili anche in rapporto al tavolo che vorremmo acquistare o che già possediamo, in modo da non trovarci con uno spazio troppo esiguo per le nostre esigenze.

 

IMG_20200326_091750

Una immagine presa da un’autorevole pubblicazione che si occupa di ergonomia: le misure minime sono riportate in pollici e cm nella tabella accanto al disegno

 

La misura del tavolo va scelta ovviamente in base a quante persone ci sono in famiglia e utilizzano quotidianamente il tavolo. Si calcola una misura minima di 60 cm a persona, 70 cm sarebbe però la misura ottimale. La lunghezza dipende quindi da quante persone si accomodano a tavola, la larghezza non è però un aspetto secondario: nel caso di un tavolo rettangolare, 90 cm è ormai considerata una misura minima, certamente esistono ancora tavoli larghi 80 cm ma erano più utilizzati un tempo quando le abitazioni avevano più di un tavolo: c’era la cucina con un piccolo tavolo e la stanza da pranzo dove un tavolo dalle dimensioni più generose serviva nelle occasioni speciali. Oggi, che la maggioranza delle abitazioni ha un unico tavolo, una larghezza di 90, e meglio ancora di 100 cm sono la norma: lo spazio utile per appoggiare piatti di portata, bottiglie e altro è sufficiente senza dover spostare bicchieri o comunque ridurre lo spazio a chi è a tavola.

 

 

La Forma

 

Il tavolo può avere diverse forme: la più diffusa è quella rettangolare in quanto le stanze sono spesso rettangolari e questo risulta essere il modo migliore di sfruttare lo spazio. Ma non è sempre così: a volte lo spazio rende preferibile un tavolo quadrato: tralasciando misure piccole, comode solo per due persone,( lato da 90 o 100 ), la misura minima per ospitare 6 persone è il quadrato con lato 130. Con 140/150 cm il tavolo può ospitare anche 8 persone ( due per lato ).Uno dei vantaggi del tavolo quadrato, e analogamente del tavolo rotondo, è lo spazio centrale, molto generoso nel quale appoggiare le vivande, bottiglie e altro.Il tavolo rotondo, oltre ad avere una forma che favorisce la migliore

comunicazione tra tutti i commensali, è una soluzione ottima nei casi dove gli spigoli di un tavolo quadrato sarebbero d’intralcio ad una agile circolazione nell’ ambiente. Esteticamente poi, il cerchio è un elemento che ha poco modo di essere utilizzato nell’ arredamento, dove mobili contenitori per ovvie ragioni sono dei parallelepipedi. Scegliere un tavolo rotondo potrebbe essere quindi l’occasione per equilibrare un ambiente introducendo una forma senza spigoli e quindi più“morbido”, leggera, giocosa e libera.

Bontempi

podium_52-17_pc001_pc001_freak_34-02_m326_freak_cuscino_tma01_cosmopolitan_15-04sp_cm002a_ncss4055r70b_m326_gloria_52-01_m306_1

L’ovale, che in questi ultimi anni viene riproposto da molte aziende, è una soluzione che coniuga rettangolo e cerchio. Si adatta quindi bene agli spazi che potrebbe occupare un tavolo rettangolare,
con i vantaggi di non avere spigoli, ma senza perdere una certa dinamicità, avendo come il rettangolo un asse maggiore e uno minore. Quadrato e cerchio sono invece figure statiche ed equilibrate.
Esistono anche altre forme ovviamente, ma è raro trovare tavoli poligonali o triangolari…

 

Soluzioni allungabili

Se il tavolo che ci accingiamo ad acquistare sarà l’unico tavolo nella nostra abitazione sarà probabilmente utile scegliere un tavolo che si possa ingrandire per potere ospitare altre persone. Quanto ingrandire un tavolo dipende ovviamente da quante persone si vogliono ospitare a quel tavolo.
I tavoli rettangolari sono quelli che si prestano meglio ad essere allungati: il sistema più diffuso è quello che permette di allungare la struttura del tavolo per poi aggiungere ad una estremità una, due o tre prolunghe permettendo così di modulare la lunghezza in base al numero di ospiti. Le prolunghe trovano posto in un vano sotto il piano nel tavolo stesso. Il vantaggio di questo sistema è quello di non costringere qualcuno a mangiare con una gamba del tavolo tra le proprie gambe, cosa che succede con ( gli ormai rari ) tavoli con le due prolunghe sporgenti rispetto la struttura.

 

Kristalia maki

 

 

Kristalia Oops

Il quadrato ha più limiti nei sistemi di allunga: non può contenere al proprio interno la prolunga intera ( a volte questa si piega a metà per rimanere all’ interno ) e a causa della sua lunghezza ridotta e maggiore larghezza rispetto al rettangolare, la struttura ha un’estensione più limitata. Ciò nonostante spesso il quadrato si può radoppiare, ma spesso raddoppiare le dimensioni può essere eccessivo ( un quadrato di 140 cm diverrebbe un tavolo rettangolare di 140 x 280 ).

Il cerchio può allungarsi diventando un ovale; in questo caso però si guadagneranno al massimo due posti in più e si dovrà accettare di vedere la giuntura tra i due semicerchi da chiuso.

L’ ovale e certi tavoli rotondi, possono allungarsi, con sistemi a scomparsa che portano le due appendici a spicchio di luna a due estremità. Esse ruotano, scorrono da sotto il piano e poi si alzano per collocarsi in maniera perfettamente planare al piano. Anche qui il tavolo non si allungherà di molto.

Ci sono tavoli rettangolari che aumentano oltre che la propria lunghezza anche la propria larghezza, questa è una soluzione originale utile ad accomodare due persone a capotavola o comunque a rendere più spazioso il tavolo. Qui sotto il tavolo 4×4 di Ozzio che si estende in lunghezza e larghezza.

Ozzio 4x4

 

Consiglio:

Abbiamo visto quali sono gli spazi consigliati, tenete presente questo: nelle occasioni speciali meglio non riferirsi alle misure minime ( 60 cm ) ma avere spazi maggiori essenzialmente per due motivi: il pranzo o cena con ospiti sono occasioni speciali che comportano un maggiore numero di portate o quantità, potrebbero esserci più bicchieri, il piattino per le verdure,ecc. Allo stesso tempo il valore del tempo passato a tavola è maggiore in queste occasioni, quindi gli ospiti dovranno essere comodi e non pigiati Anche a livello psicologico,  sentirsi troppo vicini a persone che non siano famigliari, può creare un po’ di disagio.

Millennium

Gambe o base centrale

 

Altro elemento che può differenziare il tavolo è la struttura: può essere con le 4 gambe o con base centrale. Quest’ ultima è una soluzione che dà leggerezza al tavolo ma offre soprattutto una certa gamma di effetti estetici che danno pregio al tavolo stesso e all’ ambiente in cui s trova.

Il basamento centrale può assumere molte forme e essere costruito con materiali in contrasto con il piano. Ovviamente questa struttura non è allungabile, ma come accennato per l’ovale, questi tavoli possono comunque prolungare l’estensione del piano con prolunghe alle estremità. L’estensione sarà limitata e il prezzo del tavolo nella versione allungabile, non proprio economico, se paragonato alla versione fissa, vista la maggiore complessità di questo sistema di prolungamenti.

 

I materiali

Negli ultimi anni i tavoli in legno hanno incontrato nuovamente molto favore tra il pubblico: rispetto a periodi precedenti vengono proposti con verniciature protettive super opache, quasiinvisibili che risaltano la bellezza naturale di questo materiale, talvolta accentuato dalla scelta di lasciare i bordi “scortecciato” che lascia visibile l’irregolarità del tronco dal quale sono state ricavate le tavole. L’ essenza più utilizzata è il legno di rovere: un legno compatto dalla bella venatura e dal colore chiaro e luminoso. Anche il noce, in minor misura è un legno tornato in voga, per la sua tessitura fine ed elegante, e si adatta molto bene ad ambienti eleganti. Oltre a questi legni più diffusi ce ne sono molti altri che per qualità estetiche e fisiche si prestano molto bene alla costruzione di tavoli quali frassino olmo e acacia per nominarne giusto tre.

LIGHT-U-705x705

Kristalia Nori

Il vetro temprato, trasparente o laccato viene usato per i piani. Talvolta il cristallo trasparente viene utilizzato come struttura per tavoli con piani in legno ottenendo così uno straordinario effetto di leggerezza e sospensione.

Negli ultimi anni il piano ceramico ha permesso al tavolo di essere una superficie che si presta senza timori ad altre funzioni come stirare o impastare, compensando magari alla scarsità di un piano cucina non sufficientemente grande.

I piani possono poi essere in laminato, laminato HPL, Fenix pietra sinterizzata e altri materiali utilizzati anche per i piani della cucina, se si cerca una continuità estetica o semplicemente se ne apprezzano le qualità di quei materiali.

Indipendentemente dal materiale utilizzato per il piano, il metallo è usato abbondantemente nelle strutture di tavoli: sia esso alluminio anodizzato o verniciato o acciaio verniciato. Le caratteristiche fisiche di questo materiale permettono soprattutto ai tavoli di allungarsi molto mantenendo profili relativamente sottili che permettono di mantenere una certa leggerezza estetica.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com  marco@dinalemario.com

vista d'insieme colore

Realizzazione su misura: una camera biocompatibile

UNA CAMERA BIOCOMPATIBILE

In questo articolo vi voglio mostrare e descrivere un progetto che ho realizzato recentemente su misura per un cliente. Si tratta di un armadio a ponte e libreria per una camera.
Oltre all’ aspetto funzionale e a quello estetico che un mobile deve soddisfare, ho voluto realizzare un arredo che sia completamente biocompatibile, durevole, conveniente.
Questi aspetti erano particolarmente importanti, non solo per la sensibilità del cliente alle questioni ambientali, ma in quanto destinato alla camera dei bimbi: è molto importante infatti che l’ ambiente dove si riposa per così tante ore, sia un ambiente sano, dove i mobili non emettano sostanze nocive dovute a collanti o alle vernici.

 

vista d'insieme conte

 

BIOCOMPATIBILE

Un prodotto biocompatibile utilizza materiali che non sono assolutamente nocivi per l’uomo e l’ambiente. Per questi mobili ho utilizzato legno di abete e multistrato di betulla. Il quantitativo di colla che contengono questi materiali è minimo e comunque è un tipo di colla che non emette alcuna sostanza nociva.
Per proteggere e colorare il legno è stato usato un olio naturale “ Zero VOC “ che non emette quindi alcuna sostanza volatile dannosa per gli organismi viventi. A questi oli possono essere aggiunti piccole quantità di colorante in versione variabile per ottenere le tonalità che si preferiscono.
In questa realizzazione, tutta le parti strutturali in abete sono leggermente sbiancate: è stato sufficiente aggiungere all’olio un 0,3 % in peso di pigmento bianco per “sbiancare “ l’ abete ed evitare così la naturale, ma poco piacevole, tendenza ad ingiallire di questo legno.
I materiali sono così 100% naturali e biocompatibili
Quando un giorno lontano il prodotto arriverà a fine vita, i materiali che lo compongono non saranno un rifiuto speciale: ma legno riciclabile, anche come combustibile.

 

DUREVOLE

Un arredo è durevole se il materiale di cui è fatto e il modo in cui viene progettato e costruito permetterà di resiste molto a lungo al peso del mobile stesso e dei carichi, alle sollecitazioni, e altri fattori . Ma un arredo pensato per durare deve poter essere utile anche al cambiare delle esigenze abitative e famigliari: se è pensato in modo modulare e versatile tanto da poter essere riconfigurato e usato in altri contesti eviterà di essere inutile e quindi dismesso. ( spesso diventa difficile regalare o vendere arredi ad altri per questione di diversi spazi disponibili, esigenze, gusto ecc…).

Libreria MD 1

Libreria MD3

Libreria MD2

Libreria MD

Alcune delle molte configurazioni possibili. Questa libreria è bifacciale: puo essere accostata a parete, ma anche dividere senza occludere un ambiente ampio.

Questo progetto prevede la possibilità di essere riconfigurato: non solo la struttura è modulare, ma le ante possono essere spostate e assieme ad esse i pannellini colorati divisori, che servono a chiudere i vani. In questo modo al cambiare delle esigenze, il mobile si trasforma facilmente.
In questo caso, ad esempio, parti della libreria chiuse da ante servono per riporre i vestiti dei bimbi, che in questo modo possono imparare a essere indipendenti nel vestirsi, quando avranno più libri ed altre esigenze questi vani potranno contenere altro, oppure fianchi e ante essere rimossi per ampliare lo spazio dedicato ai libri.

IMG_8835

IMG_8834

IMG_8833

I pannellini di chiusura, removibili senza l’ utilizzo di atrezzi, in questo caso hanno colori diversi nelle due facce: per permettere di cambiare il colore in vista.

 

02_03_19 1178

 

 

02_03_19 1177

 

 

La struttura di questo armadio e libreria sono realizzati senza sprechi, usando in minor quantitativo di materiale.
Si tratta di una dematerializzazione ragionata: i fianchi a telaio  portano  senza problemi il peso della struttura e allo stesso tempo permettono il passaggio della luce ed un estetica più leggera rispetto al normale sistema a spalla. Le parti di chiusura verticali sono invece sottili ( fianchi in multistrato da 9 mm e ante da 15 mm ), le parti non considerate essenziali…non ci sono proprio ( schienali e coperchio armadio ). Una precisazione su quest’ultima scelta: con delle guarnizioni siliconiche che premono contro parete e soffitto, l’ armadio è ermetico anche senza schienali e coperchio. Tuttavia se le pareti sono soggette a muffe o sono umide o ancora irregolari è preferibile avere una struttura chiusa.
In un altro caso ho realizzato gli schienali in pannelli leggeri e removibili.

IMG_8839

 

 

La notevole leggerezza strutturale ha permesso di realizzare un ponte lungo 270 cm: ma la campata potrebbe essere anche più lunga: basta utilizzare una la barra in acciaio della sezione appropriata. Gli armadi a ponte che si trovano in commercio hanno tutti una lunghezza massima di 240 cm  questo perchè sono molto più pesanti e non possono avere un ponte troppo lungo che fletterebbe sotto il proprio peso: questo armadio a ponte se fosse realizzato con normali pannelli di laminato, peserebbe circa 260 kg contro i 115 kg di questa realizzazione.  Altri vantaggi sono ovviamente il risparmio di risorse: questo armadio realizzato con pannelli in nobilitato richiederebbe esattamente il doppio in volume del  materiale utilizzato per la realizzazione di questo progetto.

 

IMG_8829

IMG_8827

IMG_8826

 

Al cliente abbiamo proposto una personalizzazione grafica dell’ anta: questo disegno di triangoli colorati è un nostro disegno elaborato partendo da un pattern esistente: il file è stato poi stampato direttamente sull’anta, e poi protetto da una speciale vernice protettiva all’acqua. Ovviamente anche la grafica è “su misura”: molti altri disegni  potrebbero essere utilizzati…Se un giorno si volesse togliere la personalizzazione grafica, basterà levigare l’ anta e applicare l’ olio protettivo…o stampare un altro disegno ( la personalizzazione grafica stampata ha un costo molto contenuto, circa 150 Euro in più rispetto ad un anta senza grafica) .

 

CONVENIENTE
Un arredo di questo tipo sarà sì più costoso di uno prodotto industrialmente ( produzione artigianale, materiali più costosi, progettato per esigenze specifiche del cliente…) ma conveniente per tutti i motivi fin qui visti.
Ecologico: materiali naturali e dematerializzazione
Versatile: modularità e possibilità di riconfigurazione e riutilizzo
Leggero: maggiore resistenza, estetica leggera e maggiore visibilità e luminosità                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Durevole: i materiali sono più resistenti
Unico: possibilità di personalizzare con colori e grafiche, su misura

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : marco@dinalemario.com

 

 

 

 

Dekton-Kitchen-Radium

Le pietre sinterizzate: Dekton, Lapitec e Neolith

In questo articolo parliamo di un materiale molto apprezzato per i piani cucina e non solo: Le pietre sinterizzate.
Vediamo cosa sono, e quali i vantaggi di scegliere questo materiale.Ci sono principalmente tre grandi produttori di questo materiale : Dekton della spagnola Cosentino, l’ italiana Lapitec e Neolith di The Size.

L’ ambiente cucina negli ultimi anni ha acquistato gradualmente sempre più valore; non è più un ambiente di servizio, chiuso in pochi metri quadrati e funzionale alla sola preparazione dei pasti, ma è diventato un luogo di condivisione: la cucina è sempre più protagonista di ambienti open space,e le qualità estetiche hanno quindi guadagnato una certa importanza. Anche l’ aspetto funzionale è sicuramente stato migliorato grazie a nuove tecnologie che hanno permesso la creazione materiali innovativi: tra le innovazioni più importanti negli ultimi anni ci sono le pietre sinterizzate.

 

Dekton Radium

Piano cucina e ante in Dekton radium

COSA SONO LE PIETRE SINTERIZZATE?

Le pietre sinterizzate sono realizzate in lastre di grande formato e sono prodotte attraverso la sinterizzazione, un processo che accelera le mutazioni metamorfiche a cui è sottoposta la pietra naturale per migliaia di anni in condizioni di alta pressione e temperatura elevata.

In sintesi, il processo produttivo consiste nel sottoporre le materie prime naturali al 100% a pressione e temperature elevatissime. In un prima fase, l’insieme di materie prime passa per una pressa in cui viene applicata una forza/pressione fino a 400 bar. In una seconda fase, la lastra passa per un forno con una temperatura superiore ai 1.200 ºC.

Questo rende le pietre sinterizzate il materiale ideale per rivestire elementi come i piani di lavoro (ma volendo anche frontali, fianchi, schienali) in quanto le loro proprietà fisico-meccaniche le rendono praticamente immuni al calore, all’assorbimento di liquidi, all’esposizione ai raggi U.V. e a vari shock termici e sono impossibili da scalfire e abradere.

I produttori a livello mondiale sono principalmente tre: Dekton Lapitec e Neolith.

 

Dekton E’ composto da una miscela di oltre 20 minerali naturali. Nel suo processo produttivo sono inseriti materiali per la realizzazione di vetro, materiali ceramici e quarzo di altissima qualità. Attualmente è proposto in 61 finiture diverse: molte le texture: da finiture opache che ricordano la pietra, il legno e certi metalli ossidati e diverse le finiture da quelle più opache e “ materiche” alla finitura lucida. Gli spessori disponibili 0,8 cm, 1,2 cm e 2 cm e 3 cm in grandi lastre di 320×144 cm. Dekton é un materiale a bassissima manutenzione, resistente ai raggi UV e a temperature estreme ( utilizzabile quindi anche in esterni ), non si graffia, non si macchia, resiste al calore e , alla flessione 3 volte più del granito. Non richiede alcuna manutenzione di ripristino negli anni, in quanto a differenza delle pietre naturali che devono essere trattate con un protettivo per migliorarne la resistenza alla macchia, le pietre sinterizzate non hanno bisogno di alcun trattamento superficiale.

.

Dekton-Kitchen-Opera

Campionario

campionario Dekton nel nostro negozio

 

 

LAPITEC-PALETTA-COLORI-600X400

 

Lapitec, prodotto in Italia partendo da materie prime completamente naturali, non contiene derivati del petrolio o resine, è un materiale completamente inerte. La grandezza delle lastre e gli spessori disponibili, così come le caratteristiche di resistenza sono analoghe a Dekton, le differenze stanno in un prodotto a tutta massa, e quindi, ciò che vediamo in superficie c’è anche all’interno ( nel Dekton invece la texture, ovvero il disegno che noi vediamo nella superficie, non si trovano all’interno ).Le finiture in Lapitec sono di molte tonalità ma caratterizate da texture più uniformi, ci sono comunque anche finiture arabescate che ricordano la pietra naturale. Da segnalare la possibilità di avere lo stesso colore/finitura in ben sette varianti, ognuna delle quali con effetto estetico e tattile diverso, dalla finitura lucida a quella più simile alla pietra grezza.

 

Neolith è invece un materiale composto da tre elementi principali (minerali provenienti dal granito, quarzo e feldspato che conferiscono durezza e resistenza al prodotto) miscelati con altri minerali e ossidi naturali in grado di garantire stabilità e colore. Neolith rappresenta l’evoluzione del gres ceramico ed è diponibile sia in grandi lastre, sia in un formato piastrella, o ancora, tagliato a misura (con spessori da 3,6 e 12 mm).

Neolith, è disponibile in tante versioni, lucide e opache, effetto legno e nella riproduzione di pietre naturali. Anche Neolith, come Lapitec, sta proponendo sempre più decori in “Full body veining”, integrando quindi lo stesso colore e motivo su tutta la massa, conferendo così maggiore uniformità estetica e visibilità sul bordo.

finiture-foto-neolith

 

 

Neolith-Countertops-Gallery-2019-10

Una cucina dall’ effetto ricercato: legno e zona operativa  rivestita completamente in Neolith

 

 

4_Dekton®_Trilium_Countertop

Con Dekton la scelta decorativa è molto ampia: in questa foto Dekton Trillium che ricorda  il metallo ossidato

 

piano-cucina-lapitec

Un dettaglio di una superficie Lapitec.

 

 

 

Dekton Kitchen - Aura 15

Dekton Aura

 

lapitec-entra-nella-collezione-scavolini-13046-9874077

Il forte calore non è un problema per le pietre sinterizzate. Nella foto: Lapitec

 

Neolith-Countertops-Gallery-2019-55

Si può scegliere di inserire i bruciatori direttamente in un piano in pietra sinterizzata. Nella foto Neolith

IL NOSTRO CONSIGLIO

I vantaggi di scegliere un top Dekton, Lapitec o Neolith sono indiscutibili: funzionalità e performnce inegualiabili, rendono questi piani il complemento ideale per una cucina, sicuramente funzionale, e dal design ricercato. Di contro, le pietre sinterizzate hanno un prezzo al metro lineare notevolmente sopra la media. L’acquisto di un piano di lavoro in pietra sinterizzata è quindi vincolato dal budget complessivo disponibile per l’ acquisto della cucina, ma considerando l’ importanza del piano lavoro , uno degli elementi più sottoposti a stress e usura, e tenendo conto che non è conveniente sostituire un piano lavoro rovinato dopo pochi anni, e, d’ altro canto è un peccato doverci convivere tutti i giorni per tanto tempo, spesso ai nostri clienti consigliamo materiali più convenienti per frontali e ante, come dei buoni laminati, o di calibrare la scelta di elettrodomestici in base alle reali esigenze e non al fascino esercitato dall’ ultimissima funzione aggiunta, che spesso si rileva superflua nell’ utilizzo di quel elettrodomestico.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

 

 

 

ecologiaarredamento_propertieslife

Mobili e ambiente: formaldeide, vernici e certificazioni

MOBILI E AMBIENTE: COSE DA SAPERE

In questo articolo affrontiamo un argomento molto importante, ma non abbastanza considerato in quanto invisibile: le emissioni tossiche dei materiali con cui i nostri mobili sono costruiti. Parleremo anche di sostenibilità dei prodotti, alcune importanti certificazioni e di processi produttivi.

 

CONTROLLO DELLE EMISSIONI TOSSICHE
Forse non tutti sanno bene di cosa sono fatti i mobili che acquistano: la stra grande maggioranza degli arredi in commercio sono costruiti con pannelli di nobilitato: ovvero truciolare rivestito da una carta melaminica. Ma quanto è “sano” questo materiale?

LA FORMALDEIDE
La formaldeide è un composto organico in fase di vapore, caratterizzato da un odore pungente. Oltre a essere un prodotto della combustione (fumo di tabacco e altre fonti di combustione), è anche emesso da resine urea-formaldeide usate per l’isolamento (cosiddette UFFI) e da resine usate per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette, tendaggi e altri tessili sottoposti a trattamenti antipiega e per altro materiale da arredamento. Nelle abitazioni i livelli sono generalmente compresi tra 0,01 e 0,05 mg/m3. Anche per questo composto i livelli indoor sono generalmente superiori rispetto a quelli outdoor.
Negli ambienti indoor i livelli sono generalmente compresi tra 10 e 50 μg/m3. Le maggiori concentrazioni si possono osservare in case prefabbricate, dopo interventi edilizi ed in locali con recente posa di mobili in truciolato, parquet o moquette.

prodotti-tossici-inquinamento-casa

 

Nel 2004 la formaldeide è stata indicata dallo IARC tra i composti del gruppo I (cancerogeni certi). Essendo un agente con probabile azione cancerogena è raccomandabile un li-vello di concentrazione il più basso possibile. L’OMS ha fissato un valore guida pari a 0,1 mg/m3 (media su 30 minuti). I pannelli in truciolare contengono quindi colla ureica, sostanza che per anni e in modo continuo emette formaldeide. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro l’ha classificata come agente chimico “cancerogeno per l’uomo”. A differenza di quanto avviene in Germania e in Giappone, in Italia non esistono leggi che ne normalizzino l’emissione dai mobili. I pannelli contenente truciolare utilizzati dai produttori di mobili possono contenere questa sostanza in percentuali molto variabili: alcune aziende sensibili alla salute dell’ uomo e al rispetto dell’ ambiente, Valcucine e Scavolini per citare due importanti produttori, hanno scelto di utilizzare pannelli che rispettano in maniera rigorosa i valori limite stabiliti dalla più severa normativa al mondo: quella giapponese F ****. La riduzione al minimo di questa sostanza cancerogena passa quindi dall’attenta valutazione del consumatore dei materiali che i produttori hanno scelto di utilizzare.

 

 

GMS_holding_storia_10

 

 

Alcuni misure indicate dal Ministero della salute per ridurre l’ esposizione alla formaldeide:

  • Eliminare o limitare, dove possibile, l’impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato etc..).
  • Utilizzare prodotti a basso contenuto di formaldeide; ad esempio utilizzare prodotti a base di legno truciolare a minor emissione che contengono resine fenoliche, non a base di urea-formaldeide.
  • Aumentare la ventilazione, particolarmente dopo aver introdotto nuove fonti di formaldeide nell’ambiente confinato.
  • Utilizzare dispositivi di condizionamento dell’aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità (infatti il rilascio di formaldeide è tanto più elevato quanto più alte sono la temperatura e l’umidità )

 

Da aggiungere a queste, la comprovata utilità di utilizzare purificatori d’ aria o tenere in casa piante che aiutino a migliorare la qualità dell’aria. Ci sono delle piante da appartamento, che oltre ad abbellire le nostre abitazioni, danno un contributo importante nel purificare l ‘aria da agenti inquinanti :

Lingua di Suocera (Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’)
Ficus (Ficus benjamina)
Crisantemo (Chrysantheium morifolium)
Aloe (Aloe vera)
Dracena (Dracaena marginata)
Dracena (Dracaena deremensis Warneckii)
Azalea (Rhododendron simsii)                                                                                                                                                                                                                              Pothos (Scindapsus aures)

Gerbera (Gerbera jamesonii)
Edera Comune (Hedera helix)
Filodendro (Philodendron oxycardium)
Palma di bamboo (Chamaedorea sefritzii)
Spatifillo (Spathiphyllum Mauna Loa)
Aglaonema (Aglaonema Crispum Deborah)
Falangio (Chlorophytum comosum)

purificatore-aria-e-lampada

Purificatore d’aria : Bellaria di Falmec

 

 

VERNICI ED AMBIENTE

Per quanto riguarda le parti laccate o verniciate, è molto importante chiedere a chi ci propone gli arredi per la nostra abitazione, sia esso un produttore o rivenditore, con quale vernice viene ricoperto il mobile che ci porteremo a casa: si dedica molto tempo per la scelta del colore o dell’ effetto estetico dato da una certa verniciatura al legno con campioni e cartelle colori: il mio consiglio è di spendere qualche parola per chiedere una verniciatura il più biocompatibile possibile.

 

 

ADLER_Spritzauftrag_Tuerblatt-1

Le vernici sintetiche
I mobili trattati con vernici sintetiche emettono infatti sostanze volatili tossiche all’interno delle nostre case, anche molto tempo dopo che sono stati acquistati. Per limitare drasticamente l’emissione delle sostanze tossiche emanate dai solventi sintetici, è importante che per gli arredi verniciati o laccati vengano utilizzati cicli di verniciatura all’acqua. Esistono anche finiture superficiali a base di olii e cere naturali.
L’utilizzo di vernici all’ acqua non è solamente auspicabile per mantenere un ambiente domestico sano , ma indispensabile per limitare l’inquinamento ambientale causato dalla produzione di mobili: un mobilificio di medie dimensioni immette nell’aria ogni giorno tonnellate di solventi potenzialmente cancerogeni, inquinando l’ambiente di lavoro e le aree limitrofe al sito attraverso l’evaporazione dei solventi sintetici contenuti nelle vernici. Questi solventi continuano una micro evaporazione anche dopo lungo tempo per cui anche l’ambiente dove viene ubicato il mobile subisce tale inquinamento. Chiedete che i vostri mobili vengano trattati con un ciclo di verniciatura all’acqua che riduce drasticamente la presenza di solventi sintetici ed elimina del tutto quelli aromatici considerati fortemente cancerogeni.

 

Abbiamo parlato di formaldeide e vernici, ma oltre a cercare i prodotti con il minor quantitativo di emissioni nocive per l’ uomo, è importante considerare anche altri aspetti: alcune certificazioni attestano che le materie utilizzate e i processi produttivi rispettino l’ ambiente e il lavoro dell’ uomo.

CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
ISO 14001
E’ la norma internazionale da cui deriva una delle certificazioni ambientali più importanti.
L’ ISO 14001 garantisce:
che l’azienda rispetta tutte le leggi ambientali che riguardano il rumore, le emissioni tossiche, le emissioni di polveri, lo scarico delle acque.
che l’ azienda ha un sistema di smaltimento di rifiuti controllato e registrato
che l’ azienda si impegna per la riduzione dei consumi energetici e mette in atto progetti ed azioni rivolte a questo scopo
che l’ azienda è impegnata in progetti ambientali

Un altro fattore da non sottovalutare:
Se acquistate mobili in legno, assicuratevi che il legno sia certificato con marchio FSC o PEFC
La certificazione FSC garantisce infatti che il prodotto con etichetta FSC provenga da una foresta e da una filiera di approvvigionamento gestita in modo responsabile.
Per ottenere la certificazione FSC, è necessario rispettare dieci regole che coprono gli aspetti essenziali della gestione forestale responsabile. Queste regole si applicano in tutto il mondo, attraverso tutti gli ecosistemi e i sistemi culturali, politici e legali, con indicazioni specifiche fornite per l’interpretazione locale.
Analogamente PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes ) cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale, è un sistema di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste.

 

 

marchi_cert_for

 

RIFLESSIONI :
la maggiore consapevolezza dei problemi ambientali degli ultimi anni e la sensibilizzazione verso la necessità di proteggere il nostro unico pianeta, hanno favorito un percorso verso prodotti più ecocompatibili in molti settori. Nel settore dell’ arredamento molte aziende si sono impegnate negli ultimi anni per contribuire alla salubrità del nostro habitat, oltre che alla tutela dell’ ambiente. Valcucine è stata in questo senso apripista, ancora in tempi lontani (erano gli anni ’80 contraddistinti da consumismo “usa e getta”), diventando un riferimento e modello per molte altre aziende.

Di contro, il diffondersi delle grandi catene di negozi ( GDO Grande Distribuzione Organizzata )che vende arredi a prezzi molto bassi, dovrebbe farci riflettere ancor di più sull’ aspetto etico nell’ acquisto dei mobili . Quando acquistate arredi di qualsiasi tipo valutate quindi non solo il prezzo o l’ estetica, ma considerate anche questi aspetti invisibili ma molto molto importanti per la salute dell’ uomo e del pianeta. Certo, sono aspetti difficili da misurare, va detto però che il prezzo è spesso il metro: un certo prodotto per avere un prezzo basso non potrà certamente utilizzare materiali e processi che rispettino la salute del’ uomo e dell’ambiente, o lo potrà fare solo in minima parte.
Va aggiunto che QUALITÀ = DURATA. Un prodotto economico è destinato a durare meno e quindi a finire in discarica molto prima e a gravare sulla qualità del nostro ambiente. ( anche nel caso i materiali che lo compongono possano essere in parte riciclati, ricordiamo che riciclare è un processo che comunque impoverisce la materia e richiede energia, quindi il riutilizzo e la lunga durata sono preferibili al riciclo).

recyclable materials paper plastic metals alluminium and glass bottles

 

Anche la qualità estetica di un arredo progettato con cura e scelto dall’ acquirente con attenzione e meno superficialità ( quando il prezzo è basso si tende a valutare meno attentamente il prodotto che si sta acquistando ), durerà più a lungo, in quanto meno soggetto a mode passeggere, ma rispondente ai criteri del buon design.
Quindi meglio acquistare di meno ma in modo responsabile.

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : marco@dinalemario.com

 

VideoQuality.org